DA CHE PARTE STIAMO
Il giorno 30
giugno si é svolta nella nostra azienda un 'assemblea in cui si é discusso
della bozza contrattuale proposta dalle
confederazioni sindacali nazionali. Alcuni
delegati e vari lavoratori hanno contestato la bozza ufficiale, presentando emendamenti. Alcuni lavoratori ci hanno chiesto “perché non vi siete messi d’accordo prima dell’assemblea?”. la risposta è semplice: al momento ci sono, all’interno del sindacato due posizioni
inconciliabili. C’è la posizione dei funzionari sindacali e della direzione nazionale del sindacato e c’è
la posizione della base del sindacato (o perlomeno di una sua
parte significativa) costituita da delegati e semplici iscritti al sindacato. I
funzionari sindacali non propongono alcun miglioramento sostanziale delle
condizioni dei lavoratori, si limitano a proporre ciò che la
controparte si è già dichiarata
favorevole a concedere; in altre parole si fanno portatori delle esigenze del “datore”
di lavoro, si preoccupano della sua competitività. Noi, invece, ci
preoccupIiamo delle nostre esigenze e chiediamo il minimo perché siano
rispettate.
Noi proponiamo soprattutto due cose:
1)
Riduzione d’ orario senza riduzione di salario: stiamo affrontando una
crisi di domanda sul mercato; riducendo l’orario di lavoro si può garantire una
maggiore occupazione; lottare per ottenere tutto ciò senza avere una riduzione
di salario é indispensabile per salvaguardare il nostro tenore di vita.
2) Recupero del salario perso e
mantenimento del potere d’acquisto nei prossimi due: non dobbiamo preoccuparci se la nostra controparte ci
rimette parte dei suoi profitti: stiamo solo riprendendoci una parte della
ricchezza che noi produciamo. Rinunciare alla difesa del potere d’acquisto del
salario non aiuta ad uscire dalla crisi: significa solo aumentare
momentaneamente i profitti dell’azienda mentre per il futuro si potenzia la
causa principale di questa crisi economica. In altre parole noi non abbiamo
abbastanza soldi per ricomprarci tutta la ricchezza che produciamo!
Il lavoratore a questo punto non può continuare a guardare: dovrà schierarsi se non vuole
vedere peggiorare le proprie condizioni di vita, non può limitarsi ai lamenti. Proprio sulla base passività dei
lavoratori sono passati accordi come quella della fine della scala
mobile (accordo del 31 luglio) oppure come quello che regola il nostro contratto
(accordo del 23 Luglio). Questa discussione contrattuale é una discussione sulle
nostre condizioni di vita nei prossimi anni: tutti i lavoratori devono
partecipare e decidere se stare dalla parte dei propri interessi o di quella
della controparte.
Comitato
lavoratori UPS