No ai
Saldi Estivi
Siamo a settembre
e ci si domanda , come da diversi anni , quanti fori alla cintura dei pantaloni i lavoratori dovranno fare quest'
anno per salvare "l'azienda Italia".
Il governo che si
è insediato ad aprile aveva fatto promesse allettanti ,come un milione di nuovi
posti di lavoro; mandare a casa chi
aveva rubato per 40 anni ; aveva promesso di migliorare la vita degli
italiani......
Ma la realtà' è
ben diversa anche se son passati soltanto 4 mesi , questo governo in cosi poco
tempo è riuscito a buttare dalla
finestra 15 mila miliardi causa la mancata fiducia dai suoi stessi amici della
finanza internazionale (crollo della borsa estiva); così pure gli oneri che lo
stato dovrà pagare agli investitori in titoli pubblici saranno di 6000 miliardi
nel ‘94 e di 16000 miliardi nel 95. Il problema ora è chi pagherà' il conto. Nei provvedimenti
passati come in quelli futuri non si parla né di lottare contro l'evasione
fiscale, né di aumentare le tasse ai ricchi- anzi hanno pensato bene di ridurre
le tasse sulle imbarcazioni-... e poi dato che come parlamentari guadagnano
poco si sono aumentati lo stipendio di 200mila lire! Così hanno pensato bene
far pagare ai soliti noti cioè i lavoratori! Anzi quest'anno sono riusciti ad
inserire anche quelli che per 40anni hanno soltanto dato cioè gli ex lavoratori
, i pensionati . Il cattivo gusto della proposta di taglio a chi gia prende è
aggravato dal fatto che la proposta arriva dal ministro del tesoro Dini
che e' lui pure un pensionato, uno
speciale , fa parte di quel 0,03% di coloro che hanno una pensione maggiore a
3milioni; nel caso di Dini parliamo di una pensione di 12milioni lorde,
conseguita dopo solo 16 anni di lavoro!
L'obiettivo di
questo governo è chiaro nonostante sia una maggioranza litigiosa :
FAR PAGARE QUESTA
CRISI AI LAVORATORI
Ma nonostante sia
molto chiaro l'obiettivo del governo, lo stesso non si può dire per
l'opposizione a cominciare dai dirigenti sindacali: hanno gridato vittoria alla
firme del contratto metalmeccanici per non aver fatto neanche un ora di
sciopero! Un contratto brutto sia dal punto di vista salariale che normativo : es al secondo mese di
malattia si percepisce il 50% dello stipendio ; ....
Nonostante ci
siano avvisaglie simili non dobbiamo permettere che accada lo stesso per il
nostro contratto. Non possiamo limitarci ad aggiungerci al coro dei piagnistei
di certi dirigenti sindacali e sulla difficoltà della situazione attuale e
sull’impossibilità di coinvolgere i lavoratori; sono solo scuse per evitare le
lotte e demoralizzare ancor di più i lavoratori. All’Ups abbiamo cercato di
fermare questa logica, a cominciare dal rinnovo contrattuale di settore;
abbiamo cercato di fermare la bozza di
piattaforma contrattuale presentata dai vertici delle confederazioni sindacali.
Questa bozza piattaforma
rappresentava un completo cedimento per quanto riguarda il trattamento
economico, cedimento che i dirigenti
sindacali volevano mascherare con la pretesa di contrapporre la parte economica
del contratto a quella normativa, i soldi ai diritti, facendo intendere che si
cedeva sui primi per recuperare sui secondi; questo è un argomento
completamente falso! non è possibile migliorare
solo l’aspetto normativo o solo quello salariale; bensì l’uno tira
l’altro: entrambi, infatti, sono legati alla capacità di lottare dei
lavoratori. questa capacità dipende, tra le altre cose, dalla sicurezza
economica (meno salario più straordinario, per esempio) e dalla fiducia che i
lavoratori hanno nella direzione sindacale (ma che fiducia avere in una
direzione che non é capace nemmeno di proporre il mantenimento del potere d’acquisto
dei salari. Anche la migliore normativa rimane lettera morta senza le lotte dei
lavoratori che la facciano rispettare.
Per entrare nel merito della piattaforma ufficiale
bisogna subito dire che questa è un tipico risultato dell’accordo del 23 luglio
1993 tra governo, padroni, sindacati, in base al quale qualsiasi aumento
salariale non deve superare il tasso programmato d’inflazione posto dal
governo. Questo significa che, se l’inflazione sale più del tasso programmato,
non solo non ci sarà più nessuna scala mobile a proteggere i nostri salari, ma
nemmeno si potrà recuperare il potere d’acquisto perso con aumenti
contrattuali. In linea con ciò la piattaforma della direzione sindacale propone
un aumento salariale di 154.000 lire medie in due anni: questo copre i prossimi
due anni al tasso programmato del 4% (e l’inflazione ha cominciato gia a
crescere oltre questo limite) e tralascia completamente la perdita di potere d’acquisto
che i salari hanno già registrato nei due anni precedenti, da quando, cio’, è
stata abolita la scala mobile.
Sempre in base
alla piattaforma ufficiale è previsto che il “secondo livello” di
contrattazione (quello comunemente detto contrattazione aziendale e/o
territoriale) possa comportare aumenti salariali solo se vi siano “quote d’incremento della produttività
rilevabili sulla base di parametri individuati”; ma individuati da chi?
come possiamo noi lavoratori controllare i processi se le statistiche le fanno
loro?
Sempre in base a
quanto stipulato con lユaccordo del 23
luglio ‘93 nella piattaforma si prevede una maggiore flessibilità dellユorario dei part-time, considerando le esigenze dell’azienda
ma non quelle del lavoratore part-time, che perderebbe così la possibilità di
avere un’altro lavoro o di seguire attività domestiche, di cura dei figli, o
anche scolastiche, attività che richiedono una programmazione degli orari.
Accettare questo
tipo d’impostazione secondo noi significa accettare una nuova sconfitta senza
lottare. invece coinvolgere i lavoratori é possibile.
Il 16 giugno, in
Ups e in tutte le aziende del settore trasporti, è stata consegnata la bozza
della piattaforma contrattuale.
Il tutto è stato fatto alle soglie delle ferie
estive, solo un mese prima dell’assemblea nazionale per l’approvazione della
piattaforma (che si sarebbe dovuta tenere il 15 luglio a Bologna, ma che poi è
stata anticipata, all’ultimo momento, di due giorni). Per i lavoratori Ups non
è stato facile organizzarsi in così poco tempo; comunque sono riusciti a creare
un comitato lavoratori che dopo aver analizzato la bozza, ha presentato degli
emendamenti; ha fatto due volantinaggi per propagandarli e ha organizzato ben
quattro assemblee per la discussione della bozza (per coprire tutti i turni
lavorativi).
La scarsa collaborazione dei due
funzionari sindacali che avrebbero dovuto intervenire alle assemblee ha
aggravato ulteriormente la situazione.
L’assemblea del 5 luglio è stata
spostata per correttezza nei confronti dei due funzionari che si erano
“dimenticati” di comunicare la loro impossibilità di presenziarvi. Anche
all’assemblea del 12 luglio i funzionari si sono “dimenticati” di presenziare;
Comunque il tour de force fatto in Ups
ha dato i suoi risultati: ben il 25% dei lavoratori si è presentato alle
assemblee. Addirittura gli operai del turno serale che hanno partecipato
all’assemblea del 12 luglio, sono rimasti a discutere, nonostante i mondiali,
oltre l’orario di lavoro. Con questi lavoratori si è discusso di Questi
emendamenti alla bozza di piattaforma:
1) 35
ore a parità di salario, quando il mercato non cresce e la produttività
aumenta questo é l’unico modo per difendere l’occupazione: Questa proposta già esiste a livello di
sindacato europeo, ma é una rivendicazione posta in modo formale, senza
indicazioni su come attuarla.
2) no ai contratti interinali –“lavoro in
affitto”- (in riferimento al punto H della bozza di piattaforma
contrattuale), assunzioni dirette a tempo indeterminato.
3) nessuna flessibilità “d’applicazione” nell’orario di
part-time (in rif. al punto F), vogliamo orario
unico e definito!
4) 12
ore massimo di lavoro straordinario mensile, ricuperabili con riposo nel
corso del mese;
Aumento della maggiorazione di
straordinario:
- straordinario feriale diurno
maggiorazione 40%
- straordinario feriale diurno sabato
maggiorazione 60%
- straordinario feriale notturno
maggiorazione 60%
- straordinario festivo diurno
maggiorazione 75%
- straordinario festivo notturno
maggiorazione 90%
Porre le basi affinché le
Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU) possano attuare un controllo effettivo
attraverso i tabulati forniti dall’azienda reparto per reparto riguardo le ore
di straordinario.
5) aumento dell’indennità turno a £ 200mila lorde.
6) difendere il potere d’acquisto dei salari:
la riduzione delle ore di straordinario
affinché non rimanga un insieme di parole belle ma ipocrite, deve essere
compensata da sostanziali aumenti salariali. Nella proposta salariale della
bozza non ci sono aumenti salariali reali poiché recupereremo solo l’inflazione
programmata al 4% annuo. Non é affatto sicuro che nel futuro l’inflazione
rimarrà al 4%, quindi senza la protezione della scala mobile il nostro salario
continuerà a perdere potere d’acquisto. Da
quando é stata abolita la scala mobile i salari hanno perso il 4% del potere
d’acquisto; nei prossimi due anni potrebbero facilmente perdere ancora il 10%:
quindi l’aumento salariale per riacquistare il potere d’acquisto perso finora e perdibile al
‘95 non può essere sotto le 300mila lire
lorde (230mila lire nette circa) per i dipendenti di tutti i livelli. Questo
vuol dire, praticamente, riportare il salario di un terzo livello al potere di
acquisto che aveva al momento della abolizione della scala mobile. I lavoratori dei livelli più alti non dovranno
lamentarsi dato che in termini assoluti prenderanno una cifra maggiore di
quella proposta nella bozza confederale.
7) Rifiuto di mantenere le rivendicazioni salariali, in
relazione al secondo livello di contrattazione, (in rif. al punto B) entro i limiti dell’aumento di produttività. Chi controlla
l’aumento di produttività? Quando mai i padroni hanno concesso aumenti di
salario se non perché erano costretti da rapporti di forza favorevoli ai
lavoratori?
8) Rifiuto di un coinvolgimento “privilegiato” dei quadri nella determinazione della politica aziendale (in rif.
punto I della bozza), dovremo lottare per estendere questo a tutti i
lavoratori, attraverso le RSU.
9) Le RSU devono partecipare tramite loro rappresentanti
alla costituzione di un coordinamento di delegati a livello nazionale con la funzione di controllare insieme al sindacato l’attività
del fondo.
Bisogna disdire gli accordi di luglio! Accettare quegli accordi significa accettare nuove
sconfitte senza lottare: i padroni già si preparano a disattenderlo nel prossimo periodo per far
passare il salario d’ingresso (salari più bassi per i primi anni di assunzione
ha parità di mansioni) a e il lavoro in
affitto per le qualifiche più basse, che negli accordi di luglio lo prevedevano
solo per le mansioni più elevate.
I funzionari che
hanno partecipato alle prime due assemblee si sono battuti per far capire ai
presenti che, a causa della crisi che
stiamo attraversando (ma come, adesso dicono che c’è la ripresa!) bisogna
essere “flessibili” e chiedere il minimo indispensabile (cioè niente, secondo
loro). Per loro puntare sulle 35 ore a
parità di salario è un’utopia. In risposta alle affermazioni dei due funzionari
(Ranieri segretario regionale Fit-Cisl e Beretta funzionario di zona Filt-Cgil)
i lavoratori hanno votato per il rispetto dei loro diritti; tutti gli
emendamenti sono passati ha larghissima maggioranza.
I lavoratori Ups
hanno dimostrato, e questo dev’essere d’esempio agli attivisti sindacali, che i
lavoratori, se gliene viene data la
possibilità, sanno prendere un a posizione a difesa dei loro interessi.
Ma allo stesso
tempo questo ci fa capire che non possiamo fermarci ai cancelli Ups, ma che
dobbiamo creare le stesse condizioni di discussione anche nelle altre aziende,
smuovendo la situazione di apparente apatia
dei lavoratori. L’odierna trattativa per il contratto nazionale offre la
possibilità di fare ciò. Restare chiusi con la nostra rabbia serve a poco,
dobbiamo invece tramutare la rabbia in impegno a difendere il diritto dei
lavoratori a contare in tutte le fasi della trattativa. Un’occasione in questo
senso sarà data, in particolare, dalla
consultazione finale sull’accordo. Pertanto la proposta che facciamo a tutti i
lavoratori del settore trasporto merci è la seguente:
1) iniziare ora a
discutere le rivendicazioni che sono passate all’Ups, dato che in precedenza i
dirigenti sindacali si sono guardati bene dal farle girare nelle aziende;
2) creare un
collegamento orizzontale tra i lavoratori delle aziende del settore, allo scopo
di per elaborare una piattaforma contrattuale alternativa, da contrapporre ad
una proposta di contratto che non potrà essere certo migliore della
piattaforma;
3) eleggere
delegati (membri del C.d.A. oppure no)
che si incarichino specificamente della trattativa
4) organizzare un
coordinamento dei delegati di trattativa
Comitato lavoratori Ups
Come è stata approvata la bozza di piattaforma
In Lombardia (dove sono concentrate il 60% delle aziende del settore) le
assemblee sulla bozza contrattuale non sono state più di 50 con la
partecipazione di non più di 1800 lavoratori. In Emilia 72 assemblee con la
partecipazione di 800 persone. Un funzionario ha definito questa partecipazione
“sconfortante”. A queste cifre si aggiunge il fatto che in Emilia, per non
parlare di altre zone minori, la bozza di piattaforma contrattuale é passata
nelle assemblee senza nessun emendamento,
Ma da dove viene questa passività? I
funzionari insinuano l’idea che sia un atteggiamento dei lavoratori tipico di
questo periodo. Questo non spiegherebbe però alcune sporadiche ma importanti
eccezioni. Infatti alla Logiman & Zust-Ambrosetti é passato un emendamento
che chiedeva una riduzione d’orario (a parità di salario) di un’ora; ma
soprattutto noi dell’Ups abbiamo proposto notevoli modifiche tese a rendere la
bozza di piattaforma un reale strumento di difesa del salario, dell’occupazione
e dei diritti sul posto di lavoro. Nella nostra azienda abbiamo dimostrato che “i lavoratori hanno preso una posizione
perché hanno avuto una possibilità di scegliere; quando non hanno potuto non
hanno scelto, ecco da dove viene l’apatia. Così ci ha commentato una nostra
collega di lavoro.
La realtà dei fatti è che mentre da un
lato la direzione del sindacato versa lacrime di coccodrillo rammaricandosi
della scarsa partecipazione, dall’altra parte non fa nulla per rendere
possibile una reale partecipazione dei lavoratori, limitando, invece, la
discussione nelle aziende ad un’unica assemblea di due ore dove presentare la
bozza, spiegarla, discuterla, votarla.
Questo significava escludere dalla discussione la maggioranza dei
lavoratori. Si può dire che per tutta l’assemblea nazionale la direzione
sindacale ha respinto le critiche sulla piattaforma cercando di demoralizzare i
lavoratori con la storia della ”passività” o con altri sistemi. Per esempio di
fronte alla situazione disperata dei camionisti, costretti a fare anche 300 ore
al mese, la burocrazia sindacale ha
usato questa situazione per cercare di ridicolizzare l’idea di una riduzione d’orario
a parità di salario, anziché cercare una via d’uscita per questi lavoratori:
tutti i funzionari hanno evitato questo argomento; erano troppo preoccupati di
riuscire a sbarrare la strada agli emendamenti Ups (vedi articolo nella stessa
pagina). I lavoratori Ups sono stati definiti dai vertici del sindacato
trasporti come quelli che hanno votato un “libro di sogni” : questi hanno
cercato di convincerci che nelle condizioni attuali, se voliamo salvaguardare i
posti di lavoro, è necessario accettare le compatibilità aziendali. Questo
escluderebbe la possibilità di aumenti salariali superiori al tasso d’inflazione
programmato, nonché riduzioni d’orario a parità di salario; invece imporrebbe
l’accettazione della flessibilità e del lavoro precario.
Questi argomenti
ci sono stati ripetuti fino alla nausea, anche dal segretario della Filt-Cgil
Bonadonna, esponente di Essere Sindacato e membro di Rifondazione Comunista; ciò
nonostante questo partito abbia preso chiaramente posizione, almeno a livello
di dichiarazioni ufficiali, a favore delle 35 ore a parità di salario.
L’esito della
votazione era scontato: solo una minoranza delle aziende sindacalizzate erano
rappresentate a questa assemblea, mentre invece pullulavano i funzionari sindacali.
Ma se qualcuno pensa che la nostra battaglia finisca
qui si sbaglia di grosso!
Comitato lavoratori UPS