insieme

per la difesa del contratto


La grossa partecipazione alle assemblee dei lavoratori nelle Filiali ci da la possibilità di organizzare la mobilitazione nei confronti di una azienda che, mentre si consolida sul mercato grazie all impegno dei lavoratori, ha risposto provocatoriamente alle legittime richieste di migliorare le nostre condizioni lavorative con un minaccioso benservito.

Abbiamo visto le varie realtà UPS prendere lentamente coscienza su come l’azienda, con estremo cinismo, abbia fatto investimenti speculativi pianificando scientificamente lo sfruttamento di manodopera per poi precarizzarla con una serie di operazioni come:

- Esternalizzazione di una parte del ciclo produttivo all’estero(vedi Fatturazione).

- Spostamento di una serie di compiti tipici dei reparti amministrativi ai Padroncini.

- Riduzione del personale di cooperativa.

- Politica di marketing orientata a perdere una serie di importanti clienti (Errebian, Krugg, etc) che a giudizio dell’azienda non sono compatibili con la filosofia che ispira il cosiddetto Product launch.

Tutti questi cambiamenti stanno passando sopra le teste dei lavoratori, che non vengono neppure informati, anche se ne subiscono le conseguenze.

 

Alle presunte ragioni dell’azienda opponiamo le nostre ragioni:

 

- L’azienda è passata da bilanci con perdite  di decine di miliardi al pareggio o addirittura all’utile, mentre l’attuale caduta di quote di mercato è dovuta alle scelte economiche del management europeo (Product launch).

- Noi lavoratori non siamo dei prodotti  usa e getta. Abbiamo la nostra dignità e siamo determinati a difendere il nostro diritto al lavoro. Se l’azienda sceglie l’esternalizzazione e la tecnologia, togliendoci il lavoro, sappia che non può farlo impunemente sulla nostra pelle.

L’ UPS ha fatto miliardi col nostro lavoro, usiamoli per difendere l´occupazione.

 

Per cambiare questa situazione le rappresentanze sindacali si stanno impegnando per costruire l’unità con i lavoratori attraverso l’informazione e le iniziative di mobilitazione.

La risposta alle iniziative della Rsu negli ultimi tre mesi dimostra che ci stiamo muovendo correttamente. Essa ha fatto crescere la fiducia dei lavoratori nelle proprie forze e di conseguenza la presenza sindacale nelle filiali oltre che nella sede di Milano. Ma si può e si deve fare di più. Ciò è necessario per essere all’altezza della risposta provocatoria dell’azienda che vuole chiudere completamente ogni possibilità di contrattazione integrativa, anche se il contratto non si rinnova da 6 anni, e preannuncia una possibile ristrutturazione.

 

Per anni i lavoratori Ups sono stati distanti dalle problematiche sindacali, ora stanno dando fiducia ai propri rappresentanti interni tentando di costruire con essi un sindacato più vicino alle loro esigenze.

La RSU di Milano ha iniziato una campagna per il rafforzamento delle strutture sindacali, innanzitutto organizzando una serie di assemblee nelle filiali, successivamente attraverso il processo di formazione delle RSU a Vimodrone ed a Bergamo.

Nel frattempo l’azienda ha iniziato a lavorare meticolosamente per ostacolare queste assemblee vietando ai delegati di Milano l’accesso nelle filiali (creando un precedente) ma anche facendo pressioni sulle strutture sindacali esterne.

Ma come abbiamo spesso spiegato, la capacità contrattuale dei lavoratori dipende innanzitutto dalla forza che loro stessi riescono ad esprimere, come è stato dimostrato in occasione dell’assemblea che si è svolta a Bergamo.

 

Il bilancio che si può trarre dalle assemblee fatte nelle filiali è abbastanza positivo e lo dimostrano i fatti:

 

17/01/97 Assemblea con i lavoratori di Firenze:

sono state tenute due assemblee nelle quali la presenza dei lavoratori è stata così alta da determinare una paralisi dell’attività lavorativa nel pomeriggio.

 

20/01/97 Assemblea con i lavoratori di Vimodrone:

dopo l’esperienza dello sciopero causato dalla volontà aziendale di non concedere l’assemblea si sono consolidate le condizioni affinché si possano svolgere le elezioni delle RSU.

Si è costruito un percorso di iniziativa con i lavoratori per poter rispondere efficacemente alle logoranti condizioni di lavoro (pause, cuffiette, ferie, agibilità sindacale, ecc.).

 

23/01/97 Assemblea con i lavoratori di Bergamo:

nonostante i 15 licenziamenti mascherati in trasferimenti di qualche mese fa, sono stati nominati, in attesa di formare le RSU, due rappresentanti sindacali aziendali.

In occasione dell’assemblea tutti i lavoratori presenti in azienda hanno dato un chiaro segnale di disponibilità verso il sindacato, aderendo all’iniziativa promossa dalla RSU di Milano di effettuare l’assemblea all’esterno della struttura aziendale per permettere al delegato di Milano di poter partecipare.

Questa reazione ha messo in difficoltà il capo filiale il quale, invitando i lavoratori a rientrare in azienda insieme ai delegati, ha ricevuto un secco rifiuto. 

 

24/01/97 Assemblea con i lavoratori di Roma:

in questa realtà, data la coincidenza di una serie di impegni sindacali, non vi è stata la partecipazione della delegazione di Milano.

La discussione si è quindi svolta su una serie di problemi inerenti alla situazione lavorativa in quella filiale, anche se comuni con le altre realtà aziendali (24-31/12, recupero degli straordinari).

 

27/01/97 Assemblea con i lavoratori di Bologna:

vi è stata anche in questa filiale una buona partecipazione dei lavoratori, i quali venivano aggiornati sulla situazione generale in azienda essendo una realtà abbastanza marginale rispetto all’attività sindacale.

Venivano anche affrontati una serie di problemi inerenti alle questioni lavorative (pianificazione ferie, nastro lavorativo).

 

Il lavoro della RSU non si è limitato a coinvolgere soltanto i lavoratori dipendenti, ma sta cercando di estendere una iniziativa rivendicativa comune con chi, attualmente, può essere considerato l’anello più debole dell’azienda ma che, se organizzato, potrebbe esprimere un potere contrattuale enorme: i padroncini.

Si sono infatti svolte due assemblee (18-25/01) nelle quali sono emersi una serie di elementi di discussione.

- Anche se sono contrattualmente inquadrati come lavoratori autonomi, di fatto vivono condizioni peggiori di quelle dei dipendenti.

- Sono lavoratori enormemente sfruttati che devono subire qualsiasi decisione aziendale:

- Non vengono pagati se non hanno lavoro (sovraccaricando i loro colleghi) ma sono costretti a rimanere a disposizione dell’azienda.

- Al di fuori dell’orario di lavoro non possono servire altre aziende;

- Sono costretti ad indossare un vestiario inadeguato;

- Percepiscono una simbolica indennità per il maneggio denaro.

Le RSU si sono impegnate a costruire insieme a loro una piattaforma rivendicativa che ci accomuni su due elementi fondamentali: condizioni salariali e garanzie occupazionali.

 

Crediamo che a questo punto tutti i lavoratori e le lavoratrici Ups siano in grado di capire cosa c’è in gioco: la nostra dignità, i nostri salari, le nostre condizioni di lavoro e di vita. L’azienda ci vorrebbe docili e impauriti. Ma se daremo una risposta compatta possiamo farcela, divisi siamo sicuramente perdenti.

Per la prima volta le Rsu convocano una agitazione nazionale in UPS. Non è un caso. La prepotenza padronale la richiede e allo stesso tempo ne crea le condizione perche riesca. Dopo mesi di discussioni, di assemblee, di tentativi per discutere del nostro lavoro e del nostro futuro in modo civile, questa azienda che si fregia grazie a noi tutti, lavoratori e lavoratrici Ups, del marchio di qualita’(ISO 9002) ci tratta a pesci in faccia.

Se riusciamo nella nostra lotta daremo un esempio a tutte le altre aziende del settore, la tracotanza della CONFETRA sarà indebolita e ne guadagneremo tutti. Non solo, nei giorni 11 e 12 di febbraio ci sarà una riunione mondiale delle rappresentanze sindacali Ups a Londra. Le Rsu Ups-Italia saranno rappresentate in questa riunione. Vogliamo poter presentare una mobilitazione all’altezza dei nostri problemi e delle nostre richieste. Se per quei giorni l’azienda non avrà cambiato atteggiamento è nostra intenzione chiedere ai rappresentati dei sindacati presenti in questa riunione di organizzare azioni di solidarietà coi lavoratori Ups Italia. Due anni fa 800 lavoratori Ups France sono stati mandati a casa senza colpo ferire e senza ricevere una solidarieta attiva degli altri lavoratori UPS nel mondo. Questo non puo piu ripetersi in futuro. E’ ora di capire che siamo sulla stessa barca e che la solidarieta tra di noi ci serve come l´aria per respirare. Vorremo spiegare tutto cio ai rappresentanti dei lavoratori Ups in tutto il mondo a cominciare da quei 90.000 autisti statunitensi(il 50% del totale), iscritti al sindacato dei Teamsters. Ma non possiamo presentarci a mani vuote. Se la nostra mobilitazione è forte, decisa ed unitaria  potremmo avere una solidarieta ancora piu convinta e riusciremo a piegare la prepotenza padronale.

 

RSU UPS ITALIA

Milano 03 Febbraio 1997