INFORMAZIONE O PUBBLICITA’
Il Corsera
sembra poco informato su quello che succede nella multinazionale UPS leader nel
settore trasporto espresso.
La notizia
pubblicata lunedì 05/08/1997 sullo sciopero negli Usa dei lavoratori Ups non può essere relegata a
semplice fatto di cronaca, e per spiegare la corretta situazionr in Italia non
è sufficiente intervistare "il numero uno" del distretto Italia,
sig.Severson, residente in Spagna a 2000 km dalla sede italiana (Milano).
Un
articolo che non vuole essere semplice cronaca o magari pubblicità indiretta
dovrebbe riportare le opinioni di tutte le parti in causa, quindi anche di chi
cerca di tutelare gli interessi dei lavoratori in una vertenza sindacale.
Cogliamo
l'occasione per fare un podi chiarezza sui motivi che hanno portato i
lavoratori statunitensi ad utilizzare uno strumento poco comune in quella
realtà, quale lo sciopero, come pure fare delle precisazioni in riferimento
alle dichiarazioni fatte dal sig.Severson in merito alla situazione europea.
Innanzitutto
c'è da considerare come la presenza sindacale negli Usa non è cosa
semplice per le norme federali (il
sindacato ha legittimità solo se ha una presenza superiore al 50% dei
dipendenti e si costituisce come struttura nazionale) otre per l'azione della compagnia
che non rende certo facile la vita di un sindacato soprattutto come quello dei
teamsters molto combattivo, che difende gli interessi dei lavoratori anche i
profitti dei padroni.
I problemi
che lamentano i lavoratori Ups negli Usa non sono molto diversi da quelli dei
lavoratori Ups del resto del mondo non a caso per la prima volta nella storia
del sindacalismo, il 22 maggio '97 vi è
stata una mobilitazione mondiale dei lavoratori di questa multinazionale il cui
scopo era il combattere il processo di precarizzazione del rapporto di lavoro
fondato sul part-time e sulla terziarizzazione nonch� il riconoscimento del coordinamento mondiale dei
lavoratori Ups attraverso la struttura I.T.F. (federazione internazionale dei
trasporti ) l'apertura di un tavolo di trattativa ad Atlanta (sede della
multinazionale)
Peculiare
per la situazione Usa è la mancanza di un contratto collettivo determinando una
forte differenziazione dei salari e nei diritti. Per non parlare delle
condizioni di lavoro dove l'Ups è stata nel '96 l'azienda più denunciata con 6
mila milioni di lire di multa !!!
Ci
dispiace anche che il Corsera non abbia seguito la vicenda dei 150 esuberi in
Italia il 20% dell'organico, situazione che ha prodotto numerosi momenti di
mobilitazione nazionale ed internazionale da dicembre '96 ad oggi.
Un fatto
che non viene per nulla menzionato dal Sig: Severson, il quale è colui che ha
dato il via al processo di ristrutturazione in Italia, già attuato a livello
europeo, in Spagna nel '92 ( ancora in corso dato la forte resistenza dei
lavoratori) e in Francia nel '96 con 600 licenziamenti.
Licenziamenti
per noi ingiustificati visto che, come lo stesso Severson afferma, l'azienda
gode di buona salute come pure sono previsti per il futuro grossi investimenti
in Italia e in Europa.
E'
incredibile come questo signore coglie l'occasione nel criticare le sovvenzioni
statali alle Poste, -visto che hanno costituito una lobby nel parlamento
europeo contro il settore pubblico dell'espresso- quando questi usufruiscono
agevolazioni e sgravi fiscali dallo stato.
L'impero
che l'Ups sta costruendo in Europa è in realtà frutto soprattutto dello
sfruttamento dei lavoratori.
In Italia dal '91 non viene rinnovato il contratto integrativo quindi
miglioramenti salariali e normativi, facendo così anche dumping salariale nei
confronti delle aziende concorrenti; così l'apertura delle procedure di
licenziamento per 150 lavoratori che mette in evidenza il provocatorio ricatto
dato che l'unica alternativa al licenziamento è la trasformazione del rapporto
di lavoro da full-time a part-time, trasformando
"l'opportunità" del p/t da scelta individuale a costrizione
collettiva per continuare a lavorare.
L'azienda sfoggia tutto il suo charme pur di dimostrare la volontà di
mantenere la sua presenza sul territorio nazionale dato la cattiva luce che
quest'azienda si è fatta a livello ministeriale lavoro ed industria e grazie
alle interpellanze presentate per capire quale autonomia per una multinazionale
che fa quello che vuole in barba agli accordi e leggi dello stato.
L'azienda parla di assunzioni nelle filiali ma non è sempre oro quello che
luccica, a Treviso gli assunti sono a tempo determinato quindi senza tutela
sindacale;parla di una presenza forte a Bergamo dove già ad ottobre '96 ha
fatto tagli occupazionali tali da mettere in crisi il sistema organizzativo
della filiale.
L'apertura della nuova filiale di Vimodrone nel '96 con nuovo personale a
minor costo e maggiore flessibilità ha impedito di fatto la ricollocazione di
personale con maggiore anzianità - leggi i sindacalizzati - attualmente in
esubero nella filiale di Milano.
Per concludere vorremmo far presente come l'arroganza di questa azienda al
punto di volerci insegnare i più elementari diritti sindacali (Silverson consiglia ai dipendenti mettere ai
voti le iniziative che vengono decise) quando lei stessa non rispetta quotidianamente
tali diritti tanto da essere pluridecorata dalla pretura di Milano ultimo
giugno '97 per attività antisindacale.
i lavoratori e le Rsu ups Italia
P.S.: il
nostro desiderio è quello di poter avere lo stesso spazio da voi concesso
all'azienda se ciò può essere considerato un modo per fare una corretta
informazione!!!!!
Informazioni tel ……..