Articolo (completo) pubblicato su www.marxismo.net FalceMartello n°192

Milano 10 Aprile 2006

Appalti ferroviari, 128 operai sotto processo per la lotta del 2002

Di Antonio Forlano e Antonio Mangione

Nel 2002 i lavoratori degli appalti ferroviari diedero vita ad una lotta molto dura contro il processo di “liberalizzazione”(precarizzazione) nel trasporto pubblico

Una coraggiosa battaglia, contro una feroce ristrutturazione promossa dalle Ferrovie con gare di appalto al “massimo ribasso” allo scopo di ottenere lo “spezzatino contrattuale” un effetto diretto della riforma Bassanini- svendita del patrimonio pubblico e dei sui lavoratori sul mercato- del primo governo Prodi.

Un dura lotta che spaventò il padronato e governo Berlusconi, irritò il sindacato, che ingabbiato dalle pratiche concertative andava organizzando semplici scioperi testimoniali. I lavoratori scavalcarono tutti con azioni forti come l’occupazione dei binari cioè il blocco del normale esercizio delle attivita’ ferroviarie considerato reato penale!!!. ma anche azioni eclatanti, come l’occupazione del tetto della stazione Centrale di Milano.

I lavoratori stavano andando oltre la “legislazione borghese”La difesa intransigente del posto di lavoro stava mettendo in discussione una norma liberticida (legge antisciopero) fonte di privilegio e di ricatto del padrone. Una sciagura per le OOSS -totalmente appiattite nelle pratiche concertative- volto ad insabbiare un percorso di lotta più efficace e risoluto imitabile da altre categorie come fu per gli autoferrotranvieril’anno successivo nella lotta per il contratto nazionale .

La torta da spartire

La vecchia società “Gorla” colosso societario nel mondo delle pulizie, non solo FS, ma anche alberghi, tenute di cavalli, banche e uffici, d’accordo con altri padroni (FS e Governo) concertarono un licenziamento di massa -12 mila lavoratori- a causa di una “gara di appalto” fatta al massimo ribasso per poi riassumerli a Part Time in altre ditte come la “Pietro Mazzoni”, parente del ministro degli esteri Fini, dando inizio al cosidetto “spezzatino contrattuale”.

Questo giochetto avrebbe garantito all’impresa:

un risparmio sugli stipendi ed un aumento frenetico della produttività, il poter chiedere allo stato la messa in cassa integrazione/mobilità per coloro che non avrebbero accettato uno stipendio a 600 euro mensili!!! ma sopratutto nel medioperiodo, un ricambio del personale da stabile e maturo con uno precario e più flessibile/accondiscendente.

Una dura lotta, una “lotta sporca” *

Dal film documentario sull’occupazione del tetto della stazione FS di Milano edito da “Dropout”

Nonostante l’accordo sindacale sulla ristrutturazione del 2 Maggio 2002 che non soddisfò le aspirazioni dei lavoratori del settore, nondimeno ridusse, la volontà di vendetta dei padroni e del governo che procedettero alla denuncia di 128 operai per blocco del servizio pubblico.

Non è quì nostra intenzione sapere chi ha operato la delazione-l’identificazione- dei 128 operai ma è curioso che fra gli indagati vi è solo qualche delegato sindacale, impiegato, ma nessun capo piazzale ne dirigente sindacale!!!....hanno identificato solo gli operai “normali”.

Troppo facile colpire un dirigente sindacale, meglio dare una lezione a chi avrebbe potuto ripetere questo affronto in un possibile futuro!!

A tutto ciò si aggiunge la beffa, mentre gli iscritti Cisl e Uil sono difesi da avvocati d’ufficio per quelli della Filt-Cgil, hanno fatto scendere in campo, l’avvocato Smuraglia! (l’autore della legge 626) un nome, una garanzia per una difesa in grande stile ....anche se ai lavoratori coinvolti è stata richiesta una “quota di partecipazione”... 50 euro per le spese legali!!!!

Ma la vertenza legale non solo iniziava ad essere costosa economicamente ma anche difficile legalmente perchè ci si trovava di fronte ad un reato penale!... interruzione di pubblico esercizio.

L’avvocato Smuraglia più volte ha espresso la sua vicinanza ai lavoratori ma che la legge è legge!

Agli operai “incriminati” il sindacato e il legale “propongono” di scegliere fra due possibili alternative -patteggiamento e dibattimento- la via d’uscita del patteggiamento cioè l’ammissione di colpa! Con il consenso del pubblico ministero !!!

Nessuna critica ne autocritica, neanche una riga di commento sulla vertenza, sulla condotta del sindacato o sul ruolo giocato dai lavoratori ma solo un semplice e generico “potremo sostenere” in fase di dibattimento “la discriminante dello stato di necessità e il riconoscimento dell’attenuante dell’aver agito per ragioni di particolare valore morale e sociale” senza comunque mai dimenticare i costi processuale e l’onorario per il legale – sempre persente in entrambi i casi-!!!!

Circa un anno fa proponemmo alla Filt-Cgil, in previsione della prima udienza 4 Maggio 2005 una mobilitazione della categoria a sostegno dei lavoratori e contro l’atto giudiziario.....

Volevamo convincere i dirigenti sindacali delle nostre ragioni “ ..il sindacato deve fare di più, non può delegare tutto alla difesa legale ...le lotte non si processano e la migliore difesa di chi oggi è processato è il sostegno attivo di una mobilitazione di cui il sindacato deve farsi carico” (vedi la nostra campagna in www.trasporti-inlotta.it )

La risposta della Filt Cgil senza smagliature fra i quadri dirigenti e di piazzale è stato quello di inveire con insulti e provocazioni accusandoci di volere un aggravamento della situazione e di mandare tutti gli operai in galera!!!.

Il sindacato sperava che un tono dimesso avrebbe facilitato il percorso precessuale....., nei mesi successivi.

Purtroppo le conseguenze di questa sciagurata scelta politica della Filt sta portando questa vertenza ad una conclusione paradossale

Nel silenzio generale hanno preparato il piatto avvelenato:

andare al dibattimento e rischiare una condanna penale fino a un anno o andare al patteggiamento ed essere condannati ad una pena di 20gg di reclusione convertiti in una multa di 760 euro (38 euro al giorno) per un valore complessivo di 760 Euro!!!

Accettare questa linea, sostenere il patteggiamento significa una sconfitta non solo di questi operai processati ma di tutto il movimento del settore perchè inibisce la difesa intransigente della propria dignità che si realizza attraverso il lavoro.

Invitiamo ancora una volta il sindacato a non sostenere il patteggiamento ma di respingere questa polpetta avvelenata.

Promuovere una campagna nazionale, partendo dalle categorie ingabbiate dalle maglie della legge antisciopero nella difesa di tutti i lavoratori coinvolti in casi del genere... i prossimi saranno gli autoferrotranvieri di Milano .

Ma anche, come misura di concreto sostegno alla battaglia in corso, proponiamo l’autodenuncia di tutti i dirigenti sindacali locali regionali ma anche nazionali che sono andati a dare “ sostegno” agli operai in lotta sia sui binari o sul tetto della stazione Centrale di Milano!

Come pure investire l’avanzo di bilancio che la Filt ha avuto nel 2005 in Lombardia nel pagare i costi per una battaglia che non ha prezzo anzichè chiederla ai lavoratori che hanno già abbondantemente dato in termini di sacrifici e di determinazione.