La nostra voce
Lavoratori e
delegati per un sindacato democratico e combattivo
La difesa del posto di lavoro non si
processa!
Il 3 maggio al Tribunale di
Milano inizia il processo per 128 lavoratori degli Appalti ferroviari accusati di aver bloccato il servizio pubblico
delle Ferrovie dello Stato nel febbraio del 2002.
La loro colpa
è di aver difeso con la lotta il posto di lavoro!
Una vertenza lunga e difficile
Il processo
di “liberalizzazione dei trasporti”
iniziato negli anni ‘90 sta mietendo le sue vittime non solo in termini di
efficienza e di sicurezza dei trasporti ma anche in termini di posti di lavoro
sia fra i ferrovieri (100mila in meno dal ‘92) che nel settore dell’indotto
come quello degli Appalti ferroviari.
Una vertenza che si trascina dalla metà del 2001,
quando le Ferrovie dello Stato pubblicarono i bandi di gara il cui scopo era,
di fatto, l’azzeramento di tutte le conquiste, in termini di diritti e salario,
maturate fino agli anni ’90, attraverso il sistema del cosiddetto “spezzatino
contrattuale”. La frammentazione a 70 lotti, l’aggiudicamento dell’appalto al
massimo ribasso, portò ad una riduzione di un 30-40% della sola base d’asta il
tutto per essere scaricato sulla pelle dei lavoratori, che significava: almeno
6000 esuberi, contratti tempo determinato, part time, eliminazione di diritti
acquisiti su ferie, malattie ecc...
La risposta dei lavoratori fu eccezionale e su tutto
il territorio nazionale si è passati da azioni puramente testimoniali che in
tanti mesi non avevano ottenuto nulla, al blocco dei binari e all’occupazione
del tetto della stazione Centrale di Milano.
Solo dopo una mobilitazione così eccezionale, solo con
quella dimostrazione di forza compatta e determinata la controparte fu disposta
a trattare seriamente.
Un accordo però che non rispecchiava le aspirazioni di
tutti i lavoratori. Si apriva la strada agli ammortizzatori sociali, al part
time, alla riduzione dei diritti su malattie, sicurezza 626 e turni
massacranti. Molti pendolari si lamentano del servizio di pulizia, ma quanti
sanno che le squadre di pulitori sono passati da 16 operai a 5-6 operai? Come è
possibile garantire qualità del servizio quando non si hanno i macchinari per
pulire e sterilizzare i treni ? Questa è la dura realtà!. Un anno di lotta
intensa, piena di sacrifici e di sforzi per la difesa del posto di lavoro che
si è traformata da esempio anche per altre categorie. Essi furono i primi a rompere con le leggi
antisciopero, leggi che impediscono ai lavoratori di difendere i loro diritti
più elementari. Una rottura diventata nei mesi successivi un esempio per molti
altri lavoratori. Nell’inverno del 2003 abbiamo visto la generosa mobilitazione
degli autoferrotranvieri per il contratto scaduto da due anni. Nella primavera
del 2004 è la volta dei lavoratori dell’Alitalia contro i licenziamenti di
massa, e lo scorso gennaio gli scioperi dei ferrovieri contro i continui
incidenti ferroviari.
I padroni hanno paura che i lavoratori riprendano in
mano la propria storia.
Questo è l’oggetto del processo, non si vuole solo
dare una “lezione” a chi ha osato ribellarsi, questo processo vuole essere un
monito per tutti quelli che hanno voluto e vorranno in futuro sfidare le leggi
antisciopero.
Dopo di loro sarà la volta di altri 4.500 lavoratori
dell’Atm che rischiano di subire la stessa sorte per i blocchi dell’inverno di
un anno fa.
È stato giusto ribellarsi e lottare allora per i
lavoratori degli appalti, come altrettanto giuste sono state le lotte del
settore dei trasporti che abbiamo visto in questi anni. L’arroganza dei padroni
non conosce fine e l’esperienza ci insegna che solo una lotta dura e
determinata dà la possibilità di poter difendere al meglio i nostri diritti.
È importante innanzi tutto dare tutta la nostra
solidarietà ai lavoratori sotto processo. Una via l’hanno indicata i lavoratori dell’Atm, che all’assemblea unitaria alla Camera del lavoro di Milano del 19
Aprile hanno espresso la loro solidarietà.
Ma il sindacato deve fare di più, non
può delegare tutto alla “difesa legale” al chiuso delle aule di tribunale, le lotte non si processano e la miglior
difesa di chi oggi è processato è il sostegno attivo di una mobilitazione di
cui il sindacato deve farsi carico.
Sostenere i lavoratori sotto processo oggi significa
rilanciare la mobilitazione per poter conquistare oggi quello che serve per
avere un posto di lavoro dignitoso domani.
Le condizioni di lavoro degli appalti sono tra le
peggiori in assoluto in questo settore. Turni massacranti, mancanza di
personale, stipendi da fame e super sfruttamento fanno da padroni. Il gruppo FS
continua sulla sua strada per un ulteriore affossamento del comparto “negando di fatto impostazioni diverse di gare
d’appalto”, il sindacato è sempre meno attrezzato a rispondere a queste
prevaricazioni.
I lavoratori hanno l’esigenza di aprire una nuova
stagione di lotta per la difesa e il miglioramento di condizioni diventate
ormai intollerabili ma è necessario che questo parta con un serio percorso
democratico di partecipazione e discussione dove i lavoratori siano i
soggetti del prossimo Contratto
nazionale. Lo sciopero nazionale del 4
Maggio rappresenta un occasione
fondamentale per iniziare questo nuovo percorso democratico di discussione fra
tutti i lavoratori per una piattaforma capace di difendere i diritti sotto
attacco e i nostri salari ma anche i nostri compagni sotto processo!.
Milano 20-04-2005
Info.0266225622
Email: lavoratori@trasporti-inlotta.it
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