CRONACA SINDACALE DEI PRIMI MESI DI
PANDEMIA
IL RUOLO DELLE RAPPRESENTANZE:
FRA “SICUREZZA” SANITARIA E CONTROLLO DELLA PRODUZIONE
20 febbraio l'ospedale
di Codogno (Lodi) è stato chiuso al pubblico dopo che a un trentottenne è stato
diagnosticato il Coronavirus.
21 febbraio: Codogno diventa immediatamente zona rossa e lo resterà fino all'8 marzo, il sindaco ha chiuso scuole ed esercizi commerciali.
22 febbraio: all'ospedale di Alzano Lombardo (Bergamo) vengono fatti i primi due tamponi, ma più pazienti con polmoniti interstiziali sono nei reparti già dal 10 febbraio segnalano fonti interne. Le vittime e i parenti sono a contatto senza che venga presa alcuna precauzione. A nessuno dei parenti dei contagiati viene suggerito di mettersi in quarantena. Il contagio dilaga.
22-24
febbraio: Nonostante le tante
comunicazioni “social - istituzionali” di Sindaci” e Associazioni imprenditoriali, scoppia il panico in Lombardia. Le Rappresentanze
sindacali si consultano con le imprese per condividere i protocolli sanitari nel
mondo UPS (diretti ed indiretti senza alcuna distinzione) nello specifico
quelli residenti nelle zono più coinvolte, ma anche fare check delle persone con
patologie e in ultimo, le tante mamme (soprattutto impiegate) che devono
trovare soluzioni per le chiusure delle scuole. Non mancano eccessi e
atteggiamenti scorretti, ma la gran parte dei lavoratori condividono le
comunicazioni sindacali attraverso canali come WhatsApp ed
e-mail. Imperativo è capire la situazione per mettere in sicurezza i lavoratori ed organizzare
l’attività
25 Febbraio: I Cobas
tornano ad alzare la tensione. Dopo un primo giorno difficile per il caos
generato dall'allarme pandemia, le rappresentanze FILT -CGIL fanno prevalere il
senso della misura e delle responsabilità. Aiutiamo le aree più delicate ad
uscire con le dotazioni richieste. In attesa dell'arrivo delle scorte, la
protesta dei lavoratori SICobas scatta la mattina per
la mancata fornitura di mascherine da parte di una società fornitrice, cercano
di estendere la protesta in tutta la filiale con l’esempio.
Non condividiamo ma non
ostacoliamo la loro protesta. Ma come spesso accade gli sciacalli non mancano!
Per dare risalto ad una iniziativa di estrema marginalità (sono una decina) il Corriere della sera dedica un articolo per dare visibilità ai cobas. Il tranello
dell'emergenza sociale colpisce tutti anche i più risoluti. NOI NON SIAMO D'ACCORDO e manteniamo attive tutte le nostre iniziative della
giornata, anche gli incontri programmati per spiegare l'accordo nazionale sottoscritto il 2 Febbraio utile a
preparare le assemblee generale che dovranno ratificare con un voto, l’accordo
nazionale. (solo a giugno si terranno tali assemblee causa Pandemia)
Il Corona Virus
diventata una prova generale per misurare le paure, i pregiudizi, l’incapacità ad una reazione ferma e decisa … I COBAS nell’affermare le proprie ragioni
inseguono ed alimentano le paure mediatiche, con un atteggiamento di “abbandono
della nave” … Noi, restiamo in azienda, non abbandoniamo il campo. Un
atteggiamento diverso, che guarda al lungo periodo, alla gestione di un
processo in forte evoluzione. Non
lasciamo il campo a chi fa deli diritti carne da macello! Abbiamo l’ambizione di dimostrare che
controllare l'attività produttiva è possibile, lavorare in sicurezza pure, con
il controllo e autoorganizzazione dei lavoratori.
1° marzo: il primo DPCM
è “zona rossa” per alcune aree lombarde
2 marzo: le peripezie non sono mai troppe, ci adoperano nel
collaborare alla ricerca di beni preziosi come le mascherine. Un autista pieno
di risorse e di conoscenze costruite nel tempo contatta un’azienda e forniamo
ad UPS i recapiti per fare arrivare mascherine certificate … UPS fornisce
10.000 mascherine, un numero enorme ma decisamente insufficienti per la forza
lavoro coinvolta dalla pandemia in quel momento circa 2500 addetti fra diretti
ed indiretti …
3 marzo: primi problemi … se non ci si reca a lavoro cosa può accadere? Per una corretta divulgazione
delle iniziative da intraprendere per non incorrere in provvedimenti
disciplinari
6 marzo: incontro con la direzione aziendale, si teme un lock
down generalizzato
8 marzo: in un incontro delle Rsu sui temi specifici del Call
Center tutti sono scettici … si inizia a parlare di “telelavoro” e pandemia …
un’ampia sintesi delle nostre iniziative di quei giorni
9 marzo: le misure restrittive applicate al nord Italia vengono
estese all’intero Paese. La nostra azione per costruire modelli di
comportamento utili e condivisi per ridurre il pericolo di contagio. Elaboriamo
un decalogo dell’autista, procedure specifiche. Il tutto viene spiegato e distribuito in un’assemblea nel piazzale UPS di Fantoli
10 marzo: Ancor prima delle disposizioni … iniziano a prendere
la temperatura corporea!
12 marzo: partono le sanificazioni degli ambienti
14 marzo: sottoscritto
il protocollo condivo da governo e parti sociali, per noi, è semplicemente una conferma che siamo
sulla strada giusta! Anticipiamo i processi ora codificate
15 marzo lanciamo
una campagna di sensibilizzazione sugli acquisti online. Presentazione ai colleghi di lavoro. La nostra rabbia: non siamo carne da macello! le comunicazioni della Filt Lombardia.
22 marzo: con
un DPCM vengono sospese tutte le attività industriali e commerciali non
essenziali nell’ambito dell’emergenza. Oltre al clamoroso ritardo dovuto alla
continua mediazione con gli interessi di Confindustria, i settori classificati
come “non essenziali” sono stati meno di quelli che avrebbero dovuto essere: su
23 milioni di lavoratori solo 8 milioni hanno visto una breve sospensione dal
lavoro. L’Italia, in realtà, non si è mai fermata. Noi come settore veniamo
considerati “essenziali”. Sentiamo il peso della responsabilità di un settore.
Sempre in questi giorni, l’Italia supera la Cina per il numero di vittime da
Covid-19.
22 marzo: Comunicato 22 marzo. Troviamo una linea comune con tutte le OO.SS.
presenti in UPS – tranne SICobas-
25 marzo: vengono formalizzati i Comitati emergenza Covid
27 marzo: si
parla di cassa integrazione Covid: CIGO e FIS
1° aprile: arriva la cassa integrazione in UPS Italia. La nostra comunicazione e le nostre prerogative
05 aprile: comunicazione sindacale ai lavoratori indiretti, le nostre rivendicazioni
sulla mole di lavoro nonostante la pandemia i pagamenti dei salari e della Fis
06 aprile: Aggiornamento ai diretti UPS sull’ attivazione della Cassa integrazione
8 aprile: il Sindacato confederale, debole nel reagire al tema
delle “chiusure delle attività produttive” -non lo rivendica con chiarezza- il
settore sta per subire una decisione forte … diventiamo un settore “essenziale”.
La nota delle segreterie confederali di categoria…Le imprese,
invece, fanno l’affondo!
14 aprile: Notizie tragiche anche dal mondo UPS, muore per
Covid un autista di Treviso
15 aprile muore un lavoratore a carpi …ma di chi è la colpa? ( Si Cobas Carpi)
15 aprile
2020: le nostre rivendicazioni in sintesi. La Filt scende in campo a fianco delle rappresentanze per il rispetto degli
accordi sottoscritti
16 aprile: le nostre comunicazioni sui temi correnti
17 aprile: anche in Pandemia la nostra iniziativa sindacale non
si ferma! Una sintesi
in un comunicato ai lavoratori.
20 Aprile: I quotidiani dichiarano che per la prima volta
dopo due mesi calano i malati(sic!)
La previsione: “zero infezioni” è a fine giugno . il presidente di
Confindustria Carlo Bonomi nonostante il record di morti e contagi giornalieri
è tra le capofila per le riaperture. La Cgil dichiara «Su 18mila richieste
di deroghe ai prefetti solo una percentuale infinitesimale sono state respinte».
A Milano i numeri sono scioccanti: «A più di un mese dalla sottoscrizione
del Protocollo condiviso da governo e parti sociali, nelle aziende operanti in
città e provincia solo il 30% di quelle in continuità produttiva risulta aver
attivato i previsti comitati», denunciano le segreterie di Cgil, Cisl e Uil
di Milano. È l’esito del monitoraggio realizzato con l’Ats
città metropolitana di Milano: «su oltre 12 mila invii alle aziende – i cui
codici Ateco rientrano tra quelli autorizzati – 2.230 hanno dato riscontro e di
queste 660 hanno attivato i comitati. Dati che preoccupano perché segnalano il
mancato adempimento a una richiesta di un’autorità pubblica sulla sicurezza sul
lavoro e un’elusione delle norme a tutela dei lavoratori», commentano Cgil,
Cisl e Uil.
Sempre in Lombardia, la giunta Fontana si è inventata
un’altra perla: la riapertura totale dell’e-commerce, qualsiasi cosa si potrà
richiedere via web – non solo gli oggetti essenziali. Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt hanno presentato un ricorso al Tar della Lombardia contro le
ordinanze che «di fatto liberalizzano il commercio on-line» e questo va
contro i decreti del governo e i Dpcm che limitano le attività produttive per
contrastare il contagio. Con la quarantena sono raddoppiate le consegne, i
magazzini sono in una condizione in cui anche dove si è fatto un buon lavoro di
prevenzione, si è a rischio.
21 aprile: il Ramadan ai tempi del Covid … evitare che il
contagio si propaghi … Richiesta spazi adeguati; il calendario delle preghiere 2020. Alcune imprese provano a fare le furbe, denuncia delle rappresentanze
29 aprile: inizia la seconda fase – per noi si tratta di non abbassare la guardia rispettare accordi e diritti.
1° maggio: il nostro primo maggio. Comunicato ai lavoratori