Lavoro al sabato, no grazie
Rendere
appetibile il nostro contratto alle associazioni padronali è il
loro motto
Difendere
gli interessi di classe dei lavoratori è il nostro
Finita
l’ubriacatura retorica del precedente CCNL sul ruolo della globalizzazione e
del just in time, oggi ne rimangono i crudi e nudi effetti in un settore,
quello dei trasporti, che rappresenta la punta avanzata, sopratutto nel settore
della logistica, del processo di precarizzazione e di imbarbarimento dei
rapporti di lavoro.
Ci
parlano di competizione basata sulle capacità “imprenditoriali”: qui le sole capacità imprenditoriali che
contano sono la capacità di sfruttamento della manodopera, sia essa delle
ribalte o dei padroncini. Ma non basta: anche il settore impiegatizio e’ entrato
in modo pieno nella morsa ... anche i colletti bianchi cominciano ad assaporare
l’amaro calice della precarizzazione.
Gia’
con il precedente contratto eravamo fortemente contrari con l’introduzione del lavoro dal martedì al
sabato o allungamento del nastro lavorativo giornaliero ad 11 ore oppure i 5
sabati lavorativi obbligatori nei periodi di picco di lavoro avrebbero
fortemente compromesso le condizioni complessive dei lavoratori del settore. Diversamente
i dirigenti delle nostre OOSS sostenevano che quel contratto fosse il giusto
prezzo per ottenere una riunificazione contrattuale dell’intero settore del
trasporto delle merci.
Infatti
la parola d’ordine durante quella tornata contrattuale era “ ricomposizione contrattuale” cioe’ un contratto per tutti i lavoratori che
operano nel settore del trasporto delle merci.
Un obiettivo
corretto sopratutto per la composizione imprenditoriale del settore dominato
dal potere di poche grandi imprese multinazionali che attraverso fusioni ed
integrazioni dominano e controllano il mercato e che in una logica di
oligopolio fanno profitti dando la gestione del lavoro vivo ai cosidetti
terzisti, cioè a quella immensa galassia di micro imprese e/o cooperative di
cui costituisce la maggioranza del settore.
Ma
quell’obbiettivo non fu raggiunto: non tutte le aziende del settore entrarono nel nostro contratto ma i
peggioramenti rimasero tutti.....
Ma
da quell’esperienza la direzione del nostro sindacato non ha tratto molti
insegnamenti!
Non
si rende conto – lo dicevamo ieri e lo
riconfermiamo oggi- che a qualsiasi
arretramento sui diritti dei lavoratori si aprono crepe difficilmente colmabili
ed oggi parte dei nodi arrivano al pettine: infatti per renderci ulteriormente
appetibili alle categorie padronali facciamo ulteriori concessioni:
Vogliono introdurre nel nostro contratto
nazionale il 6° giorno lavorativo!
Come
avevamo previsto “ ... i miglioramenti delle condizioni di lavoro e l’unificazione
contrattuale sono elementi inscindibili, non si raggiunge uno senza l’altro. In
un contesto in cui le nostre condizioni di vita e di lavoro vanno sempre
peggiorando, ulteriori arretramenti non preparano le condizioni per la riscossa
ma per l’ulteriore riduzione del potere contrattuale della classe lavoratrice...(luglio
2000).
Problemi di democrazia rappresentativa
E’ giunto
il momento per riprendere nelle nostre mani il nostro futuro, a partire da come
e’ stata stilata questa piattaforma: classica fraseologia sindacalese e
impossibilita’ di apportarvi modifiche.
Non c’e’ nessuna possibilità per modificare la bozza di contratto nazionale visto che “saranno assunti per essere sottoposti a votazione all’assemblea nazionale solamente gli emendamenti che avranno ricevuto il 15% di voti dei partecipanti al voto della regione interessata”.
Noi
ci chiediamo: come sarà possibile far circolare un emendamento promosso da una
singola realtà produttiva se non esiste nessuno strumento di democratica
diffusione in tutte le altre realta produttive? A questo aggiungiamo non sono
neanche previste assemblee regionali dei
delegati.....
Il
regolamento per l’approvazione ci dice che “ 5.1 L’assemblea nazionale dei
quadri e dei delegati è l’istanza unitaria che ha il compito di approvare la
piattaforma rivendicativa definitiva. La
piattaforma si approva con il 50% + 1 dei voti dei delegati e dei quadri
presenti alla votazione. Gli emendamenti sottoposti al voto devono ricevere,
per essere approvati, il 50% + 1 dei voti dei presenti ad ogni votazione”.
Ma chi partecipa a questa assemblea, da chi vengono eletti i suoi
delegati......mistero!
Questa
e’ la loro democrazia!!!!.
Rivendichiamo
questo
è il contratto dei lavoratori del trasporto merci e non delle burocrazie
sindacali e padronali.
Rivendichiamo
le istanze di democrazia dei lavoratori, assemblee in tutti i posti di lavoro
Rivendichiamo
anche la formazione di una delegazione trattante formata per 2/3 da lavoratori
eletti dalle assemblee e 1/3 da rappresentanti delle strutture sindacali,
questo per garantire una reale inerenza con le istanze dei lavoratori e non
delle leggi nazionali, internazionali o interplanetarie....
Per
il resto la bozza di piattaforma è la
solita minestra insipida e mal riscaldata
Lavoratori
vi invitiamo a partecipare alle assemblee e a bocciare la piattaforma,
Invitiamo i
delegati a organizzarsi in un coordinamento per l’abolizione della piattaforma
e per
una battaglia per non avvallare l’operato delle burocrazie sindacali e la loro
politica dirigista che fanno dei lavoratori oggetto di scambio e non soggetti
della loro politica.
Fra i dirigenti sindacali e’ormai trend l’idea che bisogna cedere sui
diritti conquistati dalla classe lavoratrice per migliorare le condizioni
future. E’ ormai un quarto di secolo che aspettiamo questi miglioramenti....e’
meglio che questi dirigenti sindacali si facciano da parte e lascino i
lavoratori decidere per il proprio futuro.
Milano
09/05/2004
Rsu/Rsa Ups
Milano eVimodrone
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