La prima cosa che deve fare un lavoratore che vuole collaborare alla liberazione della sua classe è di non lasciare che siano altri a pensare per lui” J.Dietzgen
1995-2018
le nostre battaglie per un
sindacato democratico e combattivo.
I documenti qui di lato indicati sono "l'analico" delle nostre battaglie nelle diverse tornate contrattuali nazionali (
1995- 1999- 2004- 2008-2013-2018)
Il nostro
obbiettivo?
un Sindacato diverso capace di conquistare diritti e salario, ma per
raggiungere questo scopo è necessario un Sindacato democratico e combattivo, un Sindacato che abbia al centro:
la democrazia sindacale: per una vera
partecipazione dei lavoratori all’elaborazione, discussione e sopratutto alle
decisioni di cio che li riguarda a partire dal
Contratto Nazionale di lavoro.
un serio programma rivendicativo: una
elaborazione di rivendicazioni efficaci utili alla difesa e all’estensione del potere
d’acquisto dei salari, dei diritti dei lavoratori.
La democrazia sindacale e i lavoratori
Essendo il CCNL lo strumento attraverso il quale
vengono regolate le attività “sociali” del lavoratore diventa fondamentale il
coinvolgimento della classe non solo perchè è materia
che gli appartiene ma anche perchè attraverso questo
strumento, la coscienza di classe del lavoratore può meglio esercitare la sua
difesa “collettiva” dei propri interessi immediati.
Ecco perchè noi
consideriamo le"vertenze" sul Contratto Nazionale di Lavoro ( CCNL) un
occasione per una battaglia nel sindacato affinchè il
contratto venga vissuto in prima persona da parte dei lavoratori e non come
materia demandata tout court agli “esperti/ tecnici” del sindacato, ma uno
strumento per la crescita e l’avanzata di tutti i lavoratori.
Sulla
democrazia operaia
Presupposto fondamentale per un ampio ed efficace
coinvolgimento dei lavoratori è creare le condizioni affinché il dibattito fra
tutti sia comprensibile e approfondito.
Le direzioni sindacali invece, hanno fatto sempre
leva sulle “difficoltà oggettive” del
settore merci, es. la frammentazione delle imprese (monoveicolari
e/o gestione familiare delle imprese) quindi alla difficoltà di una presenza
sindacale capillare, la scusa è sempre stata il "dover fare e in poco tempo"...
quindi assemblee approssimative, anche nelle aziende cosiddette
"strutturate" ma utili al fine di dare la linea perché
“rappresentative” di tutto il settore.
Una discussione che negli anni è diventata sempre
più "ristretta" ad una minoranza di lavoratori che si assottiglia
sempre di più a causa della presenza di molta manodopera con contratti precari/appalti.
E poi, parliamo comunque di singole assemblee per
azienda (solitamente di giorno negli orari centrali) nonostante sia un settore
dove si lavora "H24" questo significa escludere notturni, p/t e
turnisti ecc..
Quindi parte da lontano la nostra battaglia per
una democrazia pienamente esercitata,
nei tempi e nei modi necessari per coinvolgere la maggioranza dei lavoratori
attraverso discussioni ed approfondimenti (assemblee e riunioni) a nostro
avviso, l' unica ricetta per sviluppare una seria partecipazione a difesa dei
propri interessi.
Sul mandato
di trattativa
Un’altra critica sempre presente riguarda la
“Democrazia di mandato” e la composizione delle commissioni trattanti nelle
trattative nazionali.
Membri scelti esclusivamente sulla base del legame
verso i gruppi dirigenti sindacali nazionali o territoriali e non persone
delegate dai lavoratori. Trattative condotte da “bravi tecnici di diritto del
lavoro” che spesso però producono norme che si reggono su bilancini di parole
incomprensibili (articoli e commi di contratto) che ricadono come macigni sui
lavoratori e i loro rappresentanti che in molti casi tecnici non sono ....
Abbiamo sempre rivendicato che il Contratto
nazionale deve essere dei lavoratori, e che loro e le loro rappresentanze
devono essere al tavolo di trattativa. Ciò non significa l’esclusione di un
supporto di esperti che hanno accumulato competenze e conoscenze nel settore
dal punto di vista “giuslavoristico e tecnico”
sicuramente importanti in una trattativa come il CCNL. Ciononostante riteniamo
che il peso politico debba spettare in ultima istanza ai lavoratori e alle loro
rappresentanze che attraverso gli le assemblee rappresentative e di mandato
decidono l’indirizzo delle trattative e la conclusione della vertenza.
Riteniamo poi essenziale la certificazione delle
scelte dei lavoratori in modo chiaro e trasparente! Il referendum fra i lavoratori, lo riteniamo sicuramente utile ma non
esaustivo per una vera discussione e partecipazione di tutti nell’elaborazione,
nella conduzione di una trattativa.... il vero problema (dal 2000 in poi) è che
sia in fase di preparazione come in quella di presentazione finendo con la fase
di conclusione, i lavoratori restano spettatori degli avvenimenti e se sono
norme peggiorative ... vittime inconsapevoli.
Il programma
rivendicativo
Non di minore importanza, un terzo elemento sempre
presente nelle nostre rivendicazioni è quello della determinazione di un
programma di rivendicazioni chiaro e avanzato .
Non ci sono dubbi che il settore merci ha delle
proprie peculiari caratteristiche (padronato incapace, frammentazione
esasperata, precarizzazione ecc...) ma non è un argomento sufficiente a nostro
avviso per ridimensionare il ruolo politico ed organizzativo dei lavoratori,
La debolezza del settore, viene usata come una
“scusa per non fare”, mentre invece dovrebbe essere uno stimolo a fare di più e
diversamente!.
Probabilmente la direzione sindacale non ha molta
memoria storica di quanto questa categoria ha prodotto in tema di
conflittualità negli anni 70 nonostante la scomposizione e la frammentazione
caratteristica perenne di questo settore.
Dalla metà degli anni 90 ad oggi la nostra
battaglia per un sindacato democratico e combattivo resta ferma e irremovibile.
Una battaglia che ha come punto fermo il Sindacato
come strumento principale per difendere e ampliare la forza della classe
lavoratrice ma allo stesso tempo considera necessario rimuovere gli ostacoli: il gruppo dirigente: una cappa
burocratica che ha trovato nella concertazione ragione di vita e di auto
alimentazione a danno dei lavoratori.