La Mensa e la sua fruizione: le imposizioni sui part-time

la Mensa

Il concetto di “mensa”, trova il suo fondamento nella contrattazione collettiva ed in particolar modo nella contrattazione di secondo livello. Si tratta di una disciplina ( in diritto) di natura pattizia, … una conquista dei lavoratori fatta propria nel tempo dalle imprese per il tipo di sistema produttivo, taylorista che ha trovato nella mensa uno strumento di per rendere la prestazione lavorativa continuativa …

il “sistema” mensa viene si suddivide in due macro categorie, le MENSE INTERNE ed ESTERNE ed il sistema alternativo dei TICKETS (buoni pasto):

Le “mense aziendali”, sono spesso allocate all’interno dei siti produttivi e permettono al lavoratore, ai fini della consumazione del pasto, di raggiungere e lasciare in tempi strettissimi (solitamente 30 minuti) la sede della mensa aziendale. Una tale organizzazione consente al lavoratore di non uscire al di fuori dei locali aziendali per provvedere al pasto giornaliero.

Vantaggi: a) il fatto che il lavoratore non deve sostanzialmente provvedere da se nel reperimento del pasto. b) il lavoratore, non dovendo uscire al di fuori dei locali aziendali, non “incorrerebbe” nei rischi tipici di tali situazioni e cioè infortuni in itinere oltre che possibili ritardi ..

Svantaggi: a) il lavoratore, potrebbe non gradire affatto, il menù. b) la necessità comunque di dover consumare il pasto all’interno del medesimo contesto produttivo (spesso alienante per alcuni lavoratori), potrebbe ingenerare in essi uno stato di totale appartenenza all’azienda spesso confliggente con una naturale necessità di “staccare la spina” per qualche ora.

TICKETS”, o buoni pasto: . E’ fatta salva la soglia massima di € 5,29 per evitare l’assoggettamento dei contributi previdenziali. Il lavoratore riceve i tickets dal datore di lavoro e provvede egli stesso alla loro spendibilità per i fini indicati nel “titolo”, rilasciato dal datore di lavoro, datato e controfirmato per ricevuta, dal lavoratore stesso.

 Più volte in Ups le Rsu hanno inserito nelle loro rivendicazioni il tema della mensa, non poche sono state le occasioni (1996-1998-2009) per la sua estensione in tutte le filiali UPS attraverso “campagne” per un contratto integrativo UPS nazionale … purtroppo l’attenzione delle maestranze e soprattutto dei dirigenti sindacali locali (tranne Bergamo) e nazionali non hanno favorito il suo raggiungimento …

Detto questo, nel Giugno 2012, le unità di Milano e Vimodrone seppur “coperte” dalle attività di una “mensa aziendale”, ricevono una comunicazione lapidaria da parte dell’Uff del personale …

 

Estratto …

·         Da CCNL, tutto il personale PT con orario continuato (ovvero senza una pausa pranzo “non retribuita” specificata da lettera formale HR) non ha diritto a fruire di una “pausa dedicata al pranzo”;

·         Da regolamento aziendale, e’ prevista una pausa intermedia di 15 minuti;

Da legge, e’ prevista per tutto il personale videoterminalista una “pausa attiva” di 15 minuti ogni 2 ore di attivita’ *

 

*i lavoratori che usano videoterminali per almeno 20 ore sett. hanno diritto ad una pausa di 15 min. ogni 2 ore di applicazione continuativa. modalità di fruizione: non sono paure le attese di risposta del sistema nè possono essere collocate all'inizio e alla fine dei periodi giornalieri di lavoro (art.175, D.Lgs.n.81/2008)

 

Causa una “presunta” mancanza di omogeneità di trattamento dei P/t, Ups impone una regolamentazione rigida. All’inizio le Rsu non comprendono l’iniziativa della direzione aziendale, chiedono un’incontro, provano a fare delle prime parziali valutazioni sulla questione:

·        nella difficoltà generale di “crisi” l’impresa, usando delle difformità – che lei stessa ha creato nei decenni precedenti- fa una operazione di dividere il f/t dal p/t perché non coinvolto nel problema, irreggimenta il sistema di controllo di lavoro, di fatto condiziona il modo di fruizione della pausa del lavoratore … e forse anche, risparmia qualche spicciolo vietando al P/t di andare in mensa …

le Rsu producono un primo volantino per spiegare ai lavoratori la necessità di tornare a discutere sui diritti di cui la mensa è un cardine sacrosanto. Abbiamo incontrato l’azienda in due occasioni (luglio e a settembre). Abbiamo entrambi rilevato che il disagio colpisce poche unità lavorative (5-7 pt che hanno un nastro lavorativo a cavallo della pausa mensa) e proposto due possibili soluzioni:

a)  parlare con la società che gestisce la mensa aziendale per modalità di fruizione dei pasti diversi in modo che i p/t non “sforano” i tempi di pausa

b)  in alternativa di fornire di un area attrezzata per la consumazione del proprio pasto nelle sale ristoro …

siamo in attesa di una risposta … che tarda ad arrivare ... alla fine l'azienda trova una soluzione intermedia, il cambio d'orario con l'inserimento della pausa pranzo, una soluzione che trova i lavoratori concordi pur di mantenere il diritto al pasto