Settembre
: riprende la lotta
La vittoria dei
lavoratori creò da un lato una grossa emozione tra i lavoratori di Milano, ma
dall’altro suscitò una sensazione di forte impotenza nei confronti della stessa
azienda che negli Usa aveva capitolato.
Era fondamentale da
parte della Rsu stimolare discussioni su come condurre una lotta e come
utilizzare le risorse per vincerla. La realtà italiana era molto diversa da
quella statunitense poiché i lavoratori non erano così numerosi e soprattutto gli autisti non
erano dipendenti. Questo rese evidente la nostra debolezza. L’azienda durante
la calura estiva aveva continuato a lavorare per distruggere.
Gli incontri di luglio
sui p/t non diedero risultati soddisfacenti, anzi favorirono la perdita di
ulteriori filiali che cedettero ai ricatti aziendali. Eravamo rimasti gli unici
a richiedere il p/t a 6 ore ed un sostegno al reddito attraverso gli sgravi che
l’azienda avrebbe avuto dall’art. 13 della legge Treu.
L’azienda invece iniziò
ad inviare a 23-26 lavoratori lettere di richiesta di trasformazione del
contratto di lavoro da f/t a p/t di 4 ore lasciando sotto intendere che il
rifiuto sarebbe stato seguito dal licenziamento. La maggioranza di esse furono
indirizzate a portatori di handicap, donne in maternità ed attivisti sindacali.
Per l’ennesima volta l’azienda stava dando dimostrazione delle sue vere
intenzioni liberarsi dei lavoratori più scomodi e meno flessibili.
La risposta della quasi
totalità dei lavoratori fu di adesione alle posizioni delle Rsu. Il quadro non
era certo dei migliori ma oramai cresceva la consapevolezza che alla procedura
di licenziamento in atto ne sarebbe seguita un’altra. A sostegno delle nostre
posizioni sull’attuale ristrutturazione e per richiedere maggiori garanzie per
il futuro, si organizzò un’assemblea
sciopero davanti i cancelli dell’azienda il 05/09/’97. La nostra
ferma volontà (e la presenza consistente dei lavoratori lo confermava) era di
resistere alle pressioni e cercammo di fare un appello all’Itf affinché si
adoperasse per noi.
Questa iniziativa portò
l’azienda a modificare lievemente la sua posizione offrendo 5 ore anziché 4 ai
lavoratori che avevano ricevuto la lettera di trasformazione senza, però, mai considerare il pacchetto Treu. Un
arretramento non eclatante, ma sempre un cedimento anche se l’obbiettivo era
quello dividere i lavoratori.
I lavoratori dopo lunghe
discussioni confermarono, comunque, il
loro deciso rifiuto. Verso la fine del mese di settembre iniziarono a partire
le prime lettere di licenziamento. Colpirono tre dei 6 delegati sindacali. Fu
distrutto un ufficio, il più sindacalizzato. In totale i lavoratori espulsi
furono 19 ad essi però vanno aggiunte una ottantina di persone che per la
disperazione e le continue pressioni hanno preferito abbandonare l’azienda.
Altre due iniziative
coinvolsero i lavoratori della Ups: un presidio davanti la Fiera di Milano, in
occasione della Smau, dove l’Ups presentava le sue meraviglie tecnologiche
artefici degli esuberi e un presidio davanti al negozio della Ups a Milano.
Distribuimmo un volantino
ed una cartolina. In quest’ultimo “appuntamento”
emerse inesorabilmente la stanchezza dei lavoratori e l’incapacità, o la
mancanza di volontà, delle organizzazioni sindacali di essere attivi.
Al contrario il Comitato
in difesa della Scuola Pubblica, dopo
aver tenuto un’assemblea, si recò al presidio per dare sostegno
a lavoratori Ups.
Bilancio della lotta dei lavoratori Ups:
Nonostante la conclusione, certamente non
positiva, della vertenza, per i lavoratori della Ups Italia fare un bilancio è
un fatto doveroso, per analizzare gli errori compiuti, ma anche necessario, per capire le prospettive di
questa azienda, del settore e per il movimento dei lavoratori in generale.
La Rsu e i lavoratori, sono riusciti ad
attuare forme di lotta per le quali mancava una tradizione come i picchetti, i
blocchi etc., ma anche forme nuove che saranno sempre più fondamentali in un
sistema di produzione globale come la costruzione di un coordinamento
internazionale dei lavoratori e l’uso di nuove tecnologie come Internet etc.
Il
processo di globalizzazione.
Oggi si parla molto di globalizzazione
che non deve essere intesa solo come mercato mondializzato - diffusione di un
mercato omogeneo in tutti continenti - ma come di un mercato sempre più in mano
alle multinazionali, concentrazioni finanziarie ed industriali che controllano
attività in più paesi.
Un esempio: nella provincia di Milano, secondo una ricerca
della Fim -Cisl, il 70% delle grosse
imprese (metalmeccaniche) sono in mano a gruppi multinazionali.
E’ di questi giorni l’ennesimo accordo -a
perdere- siglato dal sindacato per i
lavoratori metalmeccanici della Elettrolux il quale, per evitare un
processo di ristrutturazione che l’azienda vuole operare a livello mondiale e
quindi anche in Italia, ha offerto maggiore flessibilità di lavoro, salari
d’ingresso per i neo assunti e un aumento della produttività in 2 anni del
12%!!!.
E’ possibile che l’unica alternativa che
il sindacato possa offrire sia quella di accettare “costi del lavoro più bassi”
e “condizioni più flessibili” per
evitare che le aziende spostino la produzione in altri paesi ?
Com’ é
possibile che il sindacato non abbia una strategia complessiva per
cambiare questa situazione?
Purtroppo dopo l’esperienza che abbiamo
vissuto in Ups non possiamo altro che affermare che i vertici sindacali non
sono in grado di fronteggiare le continue ristrutturazioni aziendali e le
pressioni sulle condizioni di lavoro che hanno lo scopo di azzerare tutte le
conquiste che il movimento operaio ha ottenuto in 50 anni di lotte.
La causa principale di questa situazione
deriva dalla scelta politica del sindacato sulla base di una analisi sbagliata.
Infatti I dirigenti sindacali ritengono
che la estrema flessibilità sui salari (salario d’ingresso, trasformazione del
lavoro full-time in part-time e tempo determinato) e sulle condizioni
lavorative in generale (totale flessibilità negli orari, aumento dei ritmi
etc.) siano “ sacrifici“ temporanei in cambio di un futuro prospero.
Il
sistema capitalista.
Nonostante il rinnovamento della propria
immagine dopo il crollo dei regimi dell’est, il sistema capitalista sta vivendo
una crisi molto profonda (recentemente il segnale più evidente é stato la crisi
delle borse del Sud est asiatico). Le cosiddette “tigri”, considerate fino a
pochi giorni fa un modello da imitare, oggi sembrano sulla soglia di una crisi
che investirà l’economia dell’intero pianeta. Contemporaneamente, dopo decenni
di arretramenti sui diritti dei lavoratori,
abbiamo assistito alla lotta condotta dai lavoratori statunitensi in
difesa della propria dignità contro un’azienda, l’Ups, che considera il lavoro
come un prodotto “usa e getta”. Due facce della stessa medaglia, un sistema che
non sa più come sviluppare l’economia senza creare contraddizioni evidenti.
L’eccessiva produzione di beni (sovraproduzione) che rimangono invenduti sul
mercato e dall’altro la diminuzione del potere d’acquisto dei lavoratori (causa
evidente di un processo globale di precarizzazione del lavoro) quale risposta
alla produzione flessibile (just in time) stanno portando il sistema ad una
crisi senza precedenza.
Non essendo possibile una maggiore
crescita economica i capitalisti, per mantenere alto il livello dei profitti,
non hanno altre alternative che ridurre i costi. Nel settore privato questo
significa da un lato forti investimenti in tecnologia che permette una
riduzione notevole dei costi, un aumento della produzione e della produttività
ma anche una riduzione del personale. Dove questo non è possibile lo strumento
è la deregolamentazione dei contratti e la precarizzazione del lavoro,
condizioni che, come dice Greespan capo della federal reserve Usa “...rendono
docili i lavoratori”.
Nel settore pubblico invece la
politica è quella della riduzione delle
spese per lo stato sociale: meno
pensioni, meno sanità, meno assistenza, meno ammortizzatori sociali, etc.
Purtroppo troppi uomini politici della sinistra e dirigenti del sindacato si
sono adeguati alle “esigenze” del sistema capitalista condividendo le stesse
posizioni di chi gestisce l’economia e la finanza di questo paese, portando
costantemente attacchi al sistema sociale affermando che non é in grado di
mantenere i livelli di tutela
conquistati dai nostri padri e quindi sanità, scuola e previdenza sono un lusso
che non ci possiamo più permettere a quelle condizioni.
Per questo viene portata avanti una
martellante campagna denigratoria sulle
imprese pubbliche, “i carrozzoni dello Stato” , che oggi stanno privatizzando
con la scusante di dover risolvere i problemi di bilancio, ma con il reale
obiettivo di spazzare le ultime ingerenze dello stato in un mercato
neoliberista così in difficoltà e così cinico da dover tentare di rendere
profittevoli anche settori di importanza sociale fondamentale.
La falsità del problema é dimostrata
anche dai risultati ottenuti “dallo sviluppo del sistema capitalista” per quanto sia disposto a sperperare in
termini di produzione invenduta (dai generi di primissima necessità), in
termini di salute della popolazione in genere e dei lavoratori in particolare.
Anche noi, lavoratori dell’Ups, abbiamo
assaporato quale utilizzo faccia una azienda del proprio capitale umano: dalla
distruzione psicofisica di molti dei suoi lavoratori, alla distruzione della
professionalità, in processi e trasformazioni che possono determinare enormi
sprechi, qualità più scadente, pur di avere costi economici più bassi.
Come rispondono a questo problema il
movimento dei lavoratori ed in particolare i sindacati?
La politica perseguita dalle
confederazioni sindacali è quella della concertazione, cioé porre dei vincoli
(paletti) al sistema economico con l’obiettivo di riformarlo e cercare di
renderlo più umano possibile!!
Cosa significa tutto questo? Concedere
alla classe padronale una serie di flessibilità e di deregolamentazioni
significa dividere la classe lavoratrice rendendola più vulnerabile ed isolata.
Lottare azienda per azienda, staccata
l’una dall’altra, senza un programma unificante, ,indebolirà il sindacato, in
particolare nel nostro settore.
Questo arretramento del movimento dei
lavoratori significa un maggior potere della classe dominante che creerà sempre maggiori difficoltà con il
continuo inserimento di tecnologia dov’é possibile e, dove non é possibile, dividendo
ulteriormente la classe lavoratrice e rendendola sempre più debole
(cooperative, padroncini, contratti precari).
Dopo 20 anni di arretramenti non vediamo
all’orizzonte un’era di prosperità ma un futurio cupo per noi e per i nostri
figli.
I lavoratori dell’Ups Usa hanno dato una
inversione di tendenza molto importante rispetto alle continue richieste
dell’azienda, per le quali non c’é mai limite. Ogni nostro cedimento
l’incoraggia a chiedere di più. I lavoratori hanno dimostrato come si può
vincere un’ azienda che controlla l’80% del mercato.
Oggi più di prima, nonostante la
propaganda sulla scomparsa della lotta di classe, i lavoratori sono costretti
ad essere più vicini fra loro. Quello che per i nostri padri era un’ utopia
potrebbe diventare una realtà: l’unione internazionale dei lavoratori..
Noi, lavoratori dell’Ups, siamo stati coinvolti in una lotta mondiale e
ciò ci ha permesso di poter dire che non ci sono più grosse differenze di
interessi tra un lavoratore europeo da
quello coreano o statunitense.
La battaglia che hanno fatto i Teamsters
negli Usa è un esempio: bloccare il processo di precarizzazione dei rapporti di
lavoro della multinazionale Ups. Una politica che l’azienda cerca di introdurre
in ogni paese.
In Italia più volte abbiamo chiesto nella
categoria iniziative a sostegno della nostra lotta, renderla la lotta dei
lavoratori del settore contro il processo di precarizzazione, ma quello che
abbiamo ottenuto dalla maggioranza dei quadri sindacali é stata tanta
solidarietà a parole.
Nella nostra esperienza abbiamo imparato
che la lotta non si improvvisa ma va preparata, perché i lavoratori devono
essere aiutati a capire che l’azienda ha
interessi diversi da quelli di un lavoratore
e che non guarda in faccia a nessuno quando deve difendere i propri
interessi.
Questa é la realtà nelle aziende, non
solo in quelle piccole, ma anche in una
delle maggiori multinazionali con più di 300 mila dipendenti nel mondo.
Che tipo di concertazione possiamo fare
su queste basi?
E’ necessario costruire un’opposizione
sindacale amplia - una sinistra sindacale - guidata da un programma
rivendicativo che parta dai problemi reali, non dalle compatibilità che ci
indicano governo e confindustria.
Molta strada è stata fatta rispetto al
periodo delle componenti partitiche ma non è stato sufficiente per costruire
una reale alternativa sindacale.
Spesso ci siamo sentiti dire che mancano
le iniziative di lotta per costruire questa opposizione, ma le lotte, come
abbiamo fatto in questa azienda
certamente non di lavoratori
rivoluzionari, vanno costruite passo dopo passo non aspettando che partano
dagli uffici sindacali. Gli ultimi avvenimenti, come la riforma del Welfare del
governo “amico “ Prodi, sarebbero stati un’ottima occasione per spiegare i
limiti di questo sistema economico e della politica della concertazione.
Le lotte sono possibili perché nelle
aziende si accumulano tensioni enormi, occorre però coordinarle e porsi
l’obiettivo di vincerle. I Teamsters, negli Usa, hanno vinto perché sono stati
decisi picchetti in tutto il paese,
scioperi ad oltranza e solidarietà attiva dagli altri lavoratori e sindacati.
CRONOLOGIA DEGLI AVVENIMENTI IN UPS ITALIA
·
1996
introduzione di una nuova filosofia produttiva “una nuova strategia “
fondata su nuovi programmi, nuovi servizi, nuovi strumenti tecnologici
·
Dopo
l’elezione della nuova rappresentanza s’inizia a lavorare per la costruzione
del nuovo contratto integrativo fermo al 1989. La nuova Rsu inizia a prendere
coscienza che l’azienda sta mettendo in piedi un progetto di ristrutturazione,
a partire dagli uffici più sindacalizzati, fatturazione, dove si tende a
terziarizzare il lavoro (ditte esterne)
·
ottobre
96 l’azienda da un primo
assaggio della sua politica, propone 13 trasferimenti dalla filiale di Bergamo
alla filiale di Treviso e Vimodrone, la maggiorare dei lavoratori scelgono di
dimettersi perché p/t; la filiale di Bergamo fiore all’occhiello della sua
pubblicità diventa carente di personale.
·
31/10/96
incontro azienda e
strutture sindacali su le prospettive dell’azienda, non viene steso nessun
verbale, l’azienda da assicurazioni solo verbali.
·
7-8/11/96
assemblee dei lavoratori :approvazione di 2 ordini del giorno nel 1°si da
mandato alle Rsu di portare avanti la bozza di contratto integrativo da
presentare a livello nazionale nel 2° si da mandato alle Rsu di richiedere un
nuovo incontro con la direzione per costruire una commissione paritetica sulle
trasformazioni in atto.
· 18e24 /11/96 incontro a Roma delle
rappresentanze sindacali Ups per stilare la piattaforma di contratto aziendale
nazionale. Si passa alle assemblee aziendali.
·
5/12/96
assemblea fiale di Milano discussione ed approvazione della piattaforma
aziendale
·
6/12/96
assemblea filiale di Vimodrone filiale strategica dell’azienda - servizio n°
verde clienti - l’azienda non autorizza l’iniziativa la reazione dei lavoratori
stanchi dei soprusi aziendali è uno sciopero assemblea di 1 ora
·
11/12/96 i lavoratori di Vimodrone ottengono
l’autorizzazione a fare l’assemblea ed approvano la piattaforma nonché nominano
3 delegate.
·
si
richiede un nuovo incontro con l’azienda
per discutere al più presto della piattaforma di 2°livello
·
18/12/96 nel pieno del picco di Natale i
lavoratori presidiano con uno sciopero
di 30’minuti gli uffici del personale per avere udienza. L’azienda per
iscritto assicura che entro il 10 di gennaio avrebbe aperto la trattativa.
·
Gennaio
:la Rsu s’impegna in una
campagna di rafforzamento delle strutture sindacali delle filiali organizzando
assemblee in ogni realtà rappresentativa (Bergamo, Firenze, Bologna, Vimodrone)
s’inizia anche a coinvolgere chi rappresenta la faccia pubblica dell’azienda ma
che costituisce l’anello più debole , gli autisti, cosiddetti padroncini lavoratori “autonomi” a cui viene
proposto di costruire una propria piattaforma di rivendicazione .
·
21/01/97 richiesta d’incontro urgente delle
rappresentanze alle confederazioni nazionali.
·
30/01/97 il coordinamento nazionale dei delegati
decide un pacchetto di 8 ore di sciopero entro il 21 febbraio per costringere
l’azienda a più miti consigli.
·
30/01/97 si forma un comitato padroncini che
elabora una piattaforma rivendicativa.
·
6/02/97 sciopero dei lavoratori di Milano di 4
ore per turno con presidio davanti la filiale di Vimodrone che invece
partecipano allo sciopero per 2 ore.
·
lo
sciopero viene esteso alle altre filiali come Bergamo
·
10/02/97 viene presentato ai lavoratori autisti
la bozza di piattaforma rivendicativa che ottiene oltre del 50% di adesione.
·
L’azienda
diffonde tra i padroncini bugie, false informazioni che ha lo scopo di dividere
il movimento d’unione in atto tra dipendenti e padroncini. Continuano ad essere
organizzate riunioni a fine settimana dalla Rsu senza però trovare un grosso
coinvolgimento delle strutture territoriali sindacati che in verità non hanno
mai costruito delle piattaforme per loro.
·
11-12/02/97 incontro internazionale dei delegati Ups
del mondo organizzato dall’Itf e Teamsters americani; viene votato un ordine
del giorno che dichiara una iniziativa mondiale a sostegno della vertenza
italiana, come pure la volontà di costruire un consiglio mondiale dei delegati
Ups.
·
27/02/97 si scatena la reazione fascista
dell’azienda allontanando un padroncino promotore della piattaforma di
rivendicazione le Rsu organizzano 2ore di sciopero nella filiale.
·
6
marzo 1997 l’azienda
comunica la volontà di licenziare 150 persone circa il 20% della forza lavoro.
Di cui solo 81 a Milano.
·
10
Marzo 97 4 ore di
sciopero con picchetto davanti ai cancelli dalle 7.00 del mattino bloccando
l’uscita degli autisti
·
13/03/97 sciopero di 8 ore di tutte le filiali
italiane della Ups
·
numerosi
messaggi di solidarietà arrivano tramite Internet da lavoratori ed
organizzazioni. Intervento del presidente dei Teamsters americani e dell’Itf.
·
18/03/97 incontro con l’azienda : si richiede una
sospensione delle procedure per un mese necessario per aprire un sereno
confronto sulla ristrutturazione; il rifiuto dell’azienda determina il
programmare un pacchetto di 16 ore di sciopero.
·
26/03/97 sciopero di 8 ore della filiale di
Milano che ha visto la partecipazione di una delegazione di delegati spagnoli
un incontro in prefettura e in provincia .
·
4/04/97
Il coordinamento
nazionale italiano espagnolo propongono una manifestazione continentale per il
1°maggio a Bruxelles
·
04-18/04/97 iniziano i presidi davanti
il negozio punto vendita che l’azienda ha aperto in centro a Milano,
all’appello di solidarietà partecipano: delegazioni del settore trasporto
merci, dell’ATM, delle FS, aeroportuali, comitati precari delle Poste, centri
occupati, studenti del Comitato per la difesa della scuola pubblica ; strutture
sindacali della FILT e della FIT si sono distribuiti circa 10.000 volantini e
raccolte £ 542.000.
·
16/04/97 primo incontro al ministero dei
trasporti l’azienda non vuole senti parlare di C.I.G. e Contratti di Solidarietà
.
·
18/04/97 partecipazione al presidio del
segretario di rifondazione comunista F.Bertinotti, e della parlamentare Carazzi
che ha presentato una interrogazione parlamentare il giorno prima alla Camera.
·
l’ITF
di Londra e la IBT degli Usa Canada decidono che la giornata mondiale di lotta
nelle sedi Ups si svolgerà il 22 maggio.
Tre son le rivendicazioni principali: 1° creazione di un consiglio mondiale dei
sindacati ; 2° creazioni e mantenimento del lavoro a tempo pieno invece del p/t. 3° fine degli appalti ad
aziende esterne delle attività produttive; 4° solidarietà con i lavoratori italiani.
·
1-20 Maggio i lavoratori raccolgono nelle varie
iniziative pubbliche 2.5000.000 di lire
·
22 maggio 97 sciopero di 1ora e mezza in Italia e in Spagna, partecipazione di 9
rappresentanti alla manifestazione europea di Bruxelles, 20 manifestazioni
negli Usa e 9 in Brasile.
·
31/05/97 partecipazione alla marcia per il lavoro
di Milano in preparazione della marcia europea.
·
Giugno
Inizia la fase Ministeriale della procedura , l’azienda pone come unica
alternativa alle procedure di licenziamento la trasformazione dei contratti da
F/t a P/t di 4 ore.
·
23/06/97 sciopero di 4 ore con presidio davanti i
cancelli dell’azienda a sostegno del lavoro a tempo pieno e per la riduzione
d’orario senza riduzione di salario; : una lavoratrice viene investita da un
furgone aziendale.
·
28/06/97 l’azienda viene condannata dalla pretura
del lavoro di Milano per condotta antisindacale.
·
02/07/97 si sottoscrive (prima volta per l’Ups)
una proposta del ministero che prevede come obbiettivo generale il recupero
delle eccedenze di personale attraverso: 1° proposta di 40 p/t da concordare
con le rappresentanze sindacali 2° ammortizzatori sociali per i restanti
esuberi 3° incontro con le aziende del
settore per un recupero delle professionalità in eccesso.
·
31/07/97 l’azienda non accetta la proposta delle
Rsu e sindacato di p/t a 6ore più il
contributo previsto dal pacchetto Treu per le riduzioni d’orario.
·
l’azione
dell’azienda in tutto questo periodi è tesa a sfibrare i reparti interessati
dalla ristrutturazione, danno incentivi e motivo per ricucire con i reparti non
interessati in questa lunga fase il sindacato subisce la prima ondata di
dimissioni infatti circa 50 persone lasciano l’azienda .
·
durante
la pusa agostana esplode la grossa lotta dei lavoratori Usa : 15 giorni di
lotta che è stato seguito con forte tensione da parte dei lavoratori italiani.
·
settembre
la Rsu di Milano si fa promotore di un appello internazionale per l’allargare
la grossa vittoria americana anche in Europa nei confronti dei Teamsters; Itf e
federazione dei trasporti europei per la costruzione del cae consiglio
aziendale europeo.
·
5/09/97 sciopero con assemblea di un ora dei lavoratori di Milano
utile per fare il punto della situazione, lanciare nuove mobilitazioni,
proporre i p/t a 6 ore + pacchetto Treu. l’azienda risponde chiamando i
lavoratori in esubero per accettare il p/t a 5 ore!!
·
6/09/97 l’azienda invia le prime 8 lettere di licenziamento, sono
colpiti tre delegati su sei ed altri lavoratori “particolarmente costosi”.
·
4/10/97 presidio davanti la Fiera in occasione della Smau; l’Ups si
presenta mettendo in mostra le sue novità tecnologica
·
10/10/97 presidio dei lavoratori davanti il
negozio di via Albricci, partecipano gli studenti del comitato in difesa della
scuola pubblica.
·
2/11/97 si chiude la procedura di mobilità con 19
persone licenziate ed oltre 80 andate via dalla disperazione
·
11/2/98 il giudice del lavoro del Tribunale di
Milano dichiara illegittimo il licenziamento
di uno dei delegati che ha scelto di continuare la battaglia insieme alle altre
rappresenze sindacali superstiti e i lavoratori.
·
Il 1998
sarà l’anno dedicato
alla riorganizzazione della presenza sindacale.
e
la lotta continua...............