La difesa del posto di lavoro non si processa
(Alcune
note sul come e perché della lotta dei lavoratori degli appalti ferroviari)
Il 3 Maggio si aprirà il dibattimento per 128
ex dipendenti della Gorla che hanno
ricevuto un avviso di garanzia per l’occupazione dei binari nel 2002. Una
grande ed aspra battaglia dei lavoratori in difesa dei posti di lavoro a
seguito delle sciagurate politiche liberiste, di cui anche la sinistra è
responsabile.
Questa lotta deriva direttamente dalla politica di
“liberalizzazione” del settore ferroviario, partita dalla riforma del 1988 che
ha portato fino alle condizioni attuali:
una continua ed inesorabile perdita delle conquiste
dei lavoratori di tutto il comparto ferroviario, un clamoroso arretramento in
tema di diritti di efficienza e di sicurezza (vedi gli incidenti mortali di
Crevalcore).
Da dove cominciare
Crisi
economica delle Ferrovie dello Stato
1992 passaggio da Azienda di Stato a Società per
azioni
1993 drastico piano di riduzione del personale attuato dal 1990
al 1996 (oltre 80 mila unità su circa 200 mila dipendenti)
Nel 1997 il
governo italiano interviene direttamente, in qualità di azionista di
maggioranza delle FS, emanando la cosiddetta “direttiva
Prodi” (dal nome del presidente del consiglio). Con essa si imponeva
alle FS di predisporre un piano di risanamento che portasse nel 2000 al
pareggio di bilancio e un nuovo assetto societario in armonia con la direttiva
UE 440/1991.
Inoltre prevedeva la suddivisione delle ferrovie in una società per la gestione della
rete e una per la gestione del trasporto, quest’ultima a sua volta da
ripartirsi in altre società aventi “specifiche missioni” (traffico passeggeri a
lunga percorrenza, traffico locale, merci, e manutenzione).
Questa disposizione del governo influenza il negoziato
sul rinnovo contrattuale del 1998.
Il contratto
nazionale dei ferrovieri siglato nel 1998
è infatti basato sul contenimento del costo del lavoro, tanto da rischiare
la bocciatura al referendum dei lavoratori (51% di sì contro 49% di no).
In cambio della loro linea di moderazione salariale i
sindacati confederali ottengono di rallentare il processo di societarizzazione
delle ferrovie.
1998 la situazione
economica delle FS non dà alcun segno di miglioramento.
Nel marzo del 1999
il nuovo governo D’Alema si trova costretto ad emanare una nuova direttiva. La
“direttiva D’Alema” recepisce la richiesta dei sindacati di non spingere
la societarizzazione oltre la divisione tra rete e trasporti, individua il 2003 come nuovo termine per il pareggio
di bilancio di esercizio e impegna il governo in un piano di rilancio delle
ferrovie, vincolandolo però all’effettivo risanamento della società.
1999 CCNL dei ferrovieri.
Governo e sindacati (i tre confederali FILT-CGIL, FIT-CISL, UILTRASPORTI e UGL,
FISAST e SMA) accettano un taglio del 18-20% del costo dal lavoro (circa
1600-1800 miliardi di lire) entro il 2005, da ottenersi attraverso una
moratoria salariale per la durata del futuro contratto 2000-2003, una
flessibilizzazione del lavoro, la riforma dei livelli di inquadramento e una
consistente riduzione del personale stimabile in circa 18 mila unità (circa il
15% dell’intera forza lavoro). In questa tornata contrattuale si dà vita alla
formazione di un nuovo sindacato dei lavoratori
l’ORSA (composto da COMU, UCS e FISAFS), che raccoglie quasi il
15% dei lavoratori ed è forte soprattutto tra le figure operative a più elevata
professionalità, i macchinisti e i capistazione.
Il
management delle FS rifiuta però le riduzioni salariali proposte dai sindacati,
impuntandosi su un taglio di circa il 20-30%.
Novembre
1999 Intesa raggiunta: risparmi più
consistenti, ottenuti proprio con un intervento sul costo del lavoro unitario.
Si prevede infatti l’istituzione di una nuova voce retributiva denominata ERI
(Elemento Retributivo Individuale), che ha il compito di riportare a livelli
fisiologici il costo del lavoro unitario. L’ERI, idealmente corrispondente
all’eccedenza tra il costo del lavoro di un ferroviere italiano rispetto alla
media europea, farà parte della retribuzione degli attuali dipendenti delle FS,
almeno per tutta la durata del nuovo contratto 2000-2003, ma non sarà applicata
ai nuovi assunti, comportando così un minor costo unitario del lavoro per
questi ultimi. Si ipotizza che il risparmio determinato dall’ERI possa
assestarsi tra i 500 e i 1000 miliardi di vecchie lire, cioè intorno al 6-12%
dell’attuale costo totale del lavoro (la stessa logica verrà poi applicata
anche per il settore degli appalti (infatti durante il rinnovo del contratto le
OOSS avrebbero detto: non possiamo fare diversamente….”l’hanno fatto anche i ferrovieri!”).
Questa Intesa
rappresenta un punto di svolta decisivo.
I risultati ottenuti con i tagli dell’organico, per il contenimento del costo
del lavoro, rappresenterà la base delle trattative per il rinnovo contrattuale di tutti i comparti ferroviari.
14 settembre
2000 Le confederazioni firmano il CCNL di Novazione per gli appalti, che confluisce nel settore “servizi
appalti”.
Alcune loro valutazioni sul perché hanno accettato
questo contratto: “…perché il contratto
di Novazione ha avviato l’omogeneizzazione dei contratti esistenti, una
riduzione importante dei costi, si introducono nuove regole di gestione più adatte alla competizione…” (segreterie nazionali OOSS 24/04/2001).
Gli effetti immediati dell’applicazione del contratto
sono:
La peculiarità di questo contratto è già nel suo nome:
contratto di Novazione significa che gli accordi precedenti al 14 settembre
2000 con tutti i diritti acquisiti non valgono più!
Fra il 24 e 25
Aprile 2001 si completa la fase della stesura
del contratto di Novazione (1): soddisfazione sindacale perché “il risultato, oltre che rilevante sul piano
politico è anche soddisfacente nei contenuti, giacché tutti i diversi disposti
normativi sulle varie materie sono equi e mirano a salvaguardare il ruolo del
lavoro...”
In questo contesto però la AGENS (sindacato padronale)
non firma. Chiedono meno costi per le FS è cioè la cancellazione della clausola sociale presente nel contratto.
La loro volontà è quella di mettere a repentaglio le
condizioni contrattuali ed occupazionali!
Settembre
2001 Inizia il conflitto nel settore appalti fra sindacati e
FS. Quest’ultime indicono bandi di gara
per l’aggiudicazione degli appalti dei servizi di pulizia. Dividono l’appalto
in 70 lotti, (ai precedenti 32) dimostrando la loro volontà di aumentare la
frammentazione per una maggiore competizione fra le ditte.
Nel 2001 il servizio dei treni risulta svolto da 4
consorzi territoriali: NordEst;NordOvest;Gestione servizi Ferroviari;
Cooperativa Portabagagli; in totale 100 imprese e 65 cooperative.
Con queste gare si intende sostituire i contratti
stipulati nel ‘92 con il metodo dei “bandi” con scadenza dicembre 2001. Il
tornaconto è un forte risparmio sui costi, come pure un’inevitabile riorganizzazione
della struttura. I bandi di gara pubblici prevedono un costo totale per le FS
di quasi 245 milioni di Euro, invece dei 270 milioni di Euro previsti nel 2001.
Il criterio dell’aggiudicazione degli appalti è quello del massimo ribasso
rispetto ai prezzi d’asta, che ha prodotto una riduzione del 30% della sola
base d’asta.
L’obbiettivo principale è l’abbattimento del costo del
lavoro che in questo settore rappresenta l’80% dei costi totali delle imprese
di pulizia. Un settore che occupa 13.000 dipendenti.
Viene
dichiarato lo Sciopero Nazionale 48 ore 5-6 novembre
Principali rivendicazioni:
Dicembre 2001 Le aziende che perdono l’appalto spediscono circa
13mila lettere di licenziamento.
6 Dicembre
2001 (2) Accordo al Ministero per una sospensione del
provvedimento fino al 21 febbraio 2002. Gli effetti dei licenziamenti prevedono
circa 2000 persone in Lombardia.
4 Febbraio Le aziende appaltanti dichiarano 3500 esuberi nel
settore che possono rientrare con la trasformazione
ad orario ridotto e assunzioni a salario ridotto.
Il sindacato dichiara la propria “insoddisfazione”: viene proclamato uno sciopero di 48 ore il 18 e 19 febbraio. (3)
14 Febbraio (4) Sciopero sospeso per la firma di un protocollo che
rinvia il problema al 6 maggio. Nel frattempo si riapre il tavolo
della trattativa.
Falliscono gli incontri per la mancata volontà delle
parti di discutere: le OOSS dichiarano
48 sciopero il 23-24 Aprile(5).
Il 6 maggio
scade l’ultima proroga! La categoria è alla frutta!
A fine Aprile 2002 avviene l’ultima grossa
battaglia vissuta a Milano da parte dei lavoratori degli appalti. Viene
occupato il tetto della Stazione Centrale per 5 giorni. Una testimonianza di
quell’evento è il documentario intitolato “"la
lotta sporca".
Ad occupare il tetto è un
gruppo di delegati combattivi ed onesti, seguito da molti lavoratori
altrettanto determinati. E’ qui che inizia a circolare una bozza di accordo,
senza firme, con cui le OOSS sottopongono i lavoratori ad ogni tipo di
pressione, facendogli credere che la battaglia è stata vinta e occorre
sospendere l’occupazione del tetto. La burocrazia sindacale ha capito che si
trova di fronte ad una dura lotta, in cui i lavoratori da una parte sono
disposti ad ogni tipo di azione pur di ottenere la vittoria, ma dall’altra
iniziano anche a ravvisare i primi sintomi della stanchezza. Si presentano così
direttamente sul tetto i segretari delle varie categorie sindacali. Arriva
persino una telefonata di Cofferati! I lavoratori non si fidano dei burocrati
sindacali, ma non vedono neppure altre alternative, si sentono isolati e
indifesi. Le pressioni hanno così la meglio e la lotta viene abbandonata.
Il 2 Maggio (6) davanti al ministero il sindacato firma la
capitolazione:
L’opinione
delle OOSS (7) sulla
costituzione della “la cabina di regia”
un accordo che non rispecchia le rivendicazioni dei
lavoratori
Settembre
2002 - con accordo confederale - 1500
persone iniziano la Cassa integrazione.
128 ex
dipendenti della Gorla ricevono un
avviso di garanzia per l’occupazione dei binari.
Le condizioni di lavoro si fanno sempre più precarie,
il sindacato è sempre più distante! Ma....
Dopo il
disastroso incidente di Crevalcore e la mobilitazione spontanea dei ferrovieri
per la sicurezza:
Gennaio 2005
(8) Dopo un lungo periodo di silenzio i sindacati, si
presentano ai lavoratori chiedendo di stare a fianco dei ferrovieri per lo
sciopero dell’ 11 febbraio 2005 ma con proprie rivendicazioni riguardo “alle inadempienze di FS si sommano le gravi
responsabilità delle imprese che non aprono la trattativa contrattuale e si
preparano a scaricare, sul lavoro i costi della crisi del settore lottiamo per
la qualità del servizio, per il rinnovo del contratto”.
Cosa giusta e sacrosanta, ma i lavoratori chiedono
però che la difesa dei loro interessi non vada fatta con proclami e
dichiarazioni affisse in bacheca ma con approfondite discussioni con gli operai
(9)
Il problema è che nei fatti il sindacato non sta
facendo molto per questa categoria. Non indice assemblee da quasi un anno
Nel 2005
emergono dei segnali molto preoccupanti per tutta la categoria:
il 3 Maggio
inizia il processo per 128 lavoratori,
che a febbraio del 2002 avevano occupato i binari durante uno sciopero contro
le associazioni padronali, in testa FS, che non davano alcun segno di
disponibilità a trattare visto che il successivo 6 Maggio 2002 sarebbero
scattati i 13 mila licenziamenti.
La Filt che ha affidato il caso ad un noto avvocato
del Foro di Roma, il Senatore Smuraglia dei DS lascia intendere che la sua
“linea politica” è quella dettata dall’Avvocato, basata tutta sulla “difesa
legale degli operai”. Il sindacato che c’entra appieno con l’occupazione dei
binari vuole tenere questa vicenda sottotono, pensa così di poter ottenere il
minor danno possibile.
Un’ulteriore dimostrazione di una linea politica
contraddittoria fra la necessità di difendere i lavoratori come è stato nel
2002 e dall’altro il rispetto legalitario delle leggi, anzi in alcuni casi ad
un loro appoggio come è stato per la 146, la legge antisciopero nei pubblici
servizi.
Nel nostro caso, la linea difensiva adottata dalla
Filt è utile solo a scaricare le proprie responsabilità su questi lavoratori1.
Sperando che non ci siano conseguenze troppo gravi... Una linea politica
arrendevole e a nostro giudizio molto pericolosa non solo per i 128 lavoratori
ma per tutta le categorie dei trasporti che in un recentissimo passato hanno
sfidato a muso duro le maglie della 146 (legge antisciopero). Gli
Auoferrotranvieri, i lavoratori dell’Alitalia ed infine i ferrovieri sulla
sicurezza.
Una linea politica debole perchè metterà a rischio le
future battaglie di tutte le categorie dei trasporti e nel nostro caso degli
operai degli Appalti che in un contesto di abbandono, di mancanze di assemblee
di discussione subiranno i peggioramenti che le forze padronali vorranno
introdurre con i prossimi contratti e le prossime gare d’appalto.
Ecco perchè noi pensiamo che è necessario una ripresa
dell’attività sindacale fra i lavoratori degli appalti con un sostegno vivo e forte in questa battaglia
“legale” per la difesa del posto di lavoro ma anche affinchè i prossimi
appuntamenti (contratto e gare d’appalto) la categoria sia di nuovo forte a
resistere e a preparare il terreno per le conquiste del futuro.
Milano 15/04/2005